Tentata estorsione, la polizia arresta due cinquantenni. Erano entrati in un bar e avevano minacciato un cliente per avere dei soldi
Entrano in un bar di corso Trieste, avvicinano un uomo, gli intimano di uscire dal locale e consegnare dei soldi per evitare qualcosa di peggio; la vittima si rifiuta di uscire, loro si avvicinano con aria minacciosa, interviene il titolare del bar che li esorta ad andarsene. Ma intanto parte una telefonata alla sala operativa della Questura; gli agenti di una Volante arrivano, trovano un uomo in stato di forte agitazione che racconta quanto accaduto pochi istanti prima e aggiunge che quello non era in realtà il primo episodio: solo un mese prima le stesse due persone lo avevano minacciato, sempre per ottenere dei soldi. Ma, tra l’uscita dal bar dei due e l’arrivo della Volante c’era stato un altro fatto: i due, una volta usciti, non se n’erano andati subito; erano rimasti seduti in auto, alla cui guida una terza persona, avevano atteso pazientemente per qualche minuto che l’altro uscisse, poi se n’erano andati ma erano ripassati davanti al locale pochi istanti dopo e uno di loro, abbassato il finestrino, aveva detto all’indirizzo della vittima. “Ti aspettiamo a Sant’Andrea”. Il barista era riuscito ad annotare qualche numero della targa dell’auto e anche a fornire agli agenti una descrizione dei due. Subito sono state avviate le ricerche, concentrate in una zona di città indicata dalla vittima; e infatti, poco dopo, gli agenti hanno visto un’auto con tre persone a bordo che corrispondevano alla descrizione fornita dal barista. Nel bagagliaio dell’auto gli agenti hanno trovato una mazza da baseball, nascosta in una borsa, un coltello a serramanico e un martello. Due, italiani cinquantenni con alle spalle qualche precedente, uno dei quali sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, sono stati arrestati per l’ipotesi di reato di tentata estorsione, mentre per il terzo (l’autista) è scattata la denuncia. Il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto per i due la custodia cautelare in carcere.