Terrorismo e violenza sui più deboli: le nuove sfide della Polizia nel discorso del questore di Novara Todaro per la 37^ festa del Corpo. Tra gli ospiti anche il procuratore generale Saluzzo
Quattro decenni dopo gli anni di piombo l’Italia si trova di nuovo a dover fronteggiare il terrorismo. Attività che vede le forze dell’ordine impegnate in ottica preventiva e che di recente, a Novara, ha visto l’espulsione di un palestinese a rischio radicalizzazione. A questo impegno è dedicata la 37^ festa della Polizia di Stato, che la Questura di Novara ha celebrato in presenza di un ospite illustre: il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo, già a capo della Procura novarese.
Il questore Gaetano Todaro ha voluto sottolineare l’impegno contro il terrorismo, chiamando accanto a sé il presidente della locale sezione dell’associazione Polizia di Stato Roberto Bosco e l’assistente capo Marco Duma, figlio di un capitano delle guardie di pubblica sicurezza (nome della polizia, prima della demilitarizzazione del 1981), morto in servizio per un incidente stradale nel 1977. «L’associazione ha celebrato i propri 40 anni lo scorso 16 marzo – ha detto il questore – proprio in corrispondenza del 50° del rapimento Moro. Un episodio che cambiò la vita politica e sociale del Paese. Queste due persone sono vittima e testimone di quegli anni e rappresentano un filo rosso con il presente. Il terrorismo che ci troviamo a dover fronteggiare oggi – ha sottolineato – è più insidioso ed evanescente, caratterizzato da singole celle impazzite. Metastasi che vanno estirpate. Non con le retate, come si faceva in passato, ma con un lavoro più difficile e meticoloso”.
Todaro ha anche puntato l’attenzione sulla “violenza alle fasce più deboli: un fenomeno sempre più trasversale – ha detto – Se in passato riguardava più che altro soggetti originari del Maghreb e dell’Africa subsahariana, oggi sta prendendo piede in modo più diffuso. È un fenomeno culturale e giudiziario”, ha commentato, ricordando anche il nuovo ufficio per l’accoglienza delle vittime, gestito in collaborazione con i Servizi sociali del territorio, voluto dalla procuratrice Marilinda Mineccia.
La cerimonia si è chiusa con la premiazione di sei agenti, che si sono distinti per diverse operazioni di servizio: si va dalle indagini che hanno portato al sequestro di beni alla malavita, all’arresto di due rapinatori, fino all’agente che non ha esitato a scavalcare il cornicione del cavalcavia XXV Aprile per strappare alla morte un uomo che era pronto a gettarsi sui binari della Torino-Milano. A quest’ultimo è andato l’applauso più lungo.