Manca davvero poco tempo alla scadenza imposta dalla Regione Piemonte al Comune di Novara per concludere i lavori del Castello. Il cantiere comunque verrà chiuso entro la fine dell’anno. Ma dal giorno successivo alla sua chiusura ci si chiederà come, dopo aver investito milioni e milioni di euro per uno degli interventi più importanti in campo culturale e strutturale nella storia della città di Novara, si potrà gestire tale spazio. Uno spazio che, a grandi linee, richiederebbe un impegno economico veramente imponente, cifre da capogiro specialmente nella fase di start up. Costi assolutamente insostenibili da parte dell’ente pubblico e non ipotizzabili nemmeno da parte del mondo dell’associazionismo.
“Compito della Fondazione – spiega la Presidente Laura Bianchi Boroli – è principalmente quello di studiare e valutare la sostenibilità di gestione del Castello. Durante l’estate, abbiamo elaborato uno studio incentrato sui numeri e sui costi, studio consegnato a luglio al Comune. Obiettivo: quello di raccogliere manifestazioni di interesse dalle quali possa poi scaturire un bando pubblico tramite cui individuare l’ente o la società che possa avviare, valorizzare e far fruttare, entro un determinato periodo di tempo, lo spazio del Castello“.
Un bando che abbia un’eco internazionale e che riesca a raggiungere quelle società che, già in molte parti d’Europa, operano in contesti culturali di alto spessore. Del resto, il Castello di Novara nasce come struttura con ambizioni molto elevate dal punto di vista culturale ed artistico. Anche se, ad oggi, l’amministrazione comunale non ha ancora le idee ben chiare su cosa inserire in quello spazio: tramontata l’ipotesi di un trasferimento della Biblioteca, oggi si parla di biblioteca per ragazzi, proposta per l’esecuzione della quale, però, servirebbero fondi agguntivi per sistemare strutturalmente gli spazi nati per ospitare altro. Mancano anche le risorse necessarie per concludere la pavimentazione del cortile e l’illuminazione esterna. Quel che è certo, è che il Museo archeologico troverà spazio certamente nella struttura. Molti dubbi, ancora, sul museo civico e su tutto il resto. Ancora la manifestazione di interesse non è stata pubblicata: una procedura di questo genere, l’unica del resto possibile per garantire sostenibilità economica di gestione, richiede parecchio tempo. La conclusione dei lavori non è lontana: a questo punto, diventa prioritario accelerare il processo decisionale per individuare, quanto prima, un gestore ed evitare che una delle opere più imponenti della città, diventi una cattedrale nel deserto.