Charly Ludi dimissionario da un mese ora lascia definitivamente, al suo posto promosso Mauro Borghetti
Carlalberto Ludi non è più il ds del Novara calcio, un mese fa le dimissioni respinte dal presidente Massimo De Salvo, ma dopo la debacle con il Cuneo la decisione diventa irrevocabile. Al suo posto nominato Mauro Borghetti attuale responsabile del settore giovanile azzurro.
Carlarlberto Ludi non è più il direttore sportivo del Novara calcio. Nella serata di ieri (domenica 17 marzo 2019) l’ex difensore azzurro ha rimesso definitivamente il suo mandato nelle mani del presidente Massimo De Salvo, il quale affiderà a Mauro Borghetti, attuale responsabile del settore giovanile azzurro, almeno fino a fine stagione, poi si tireranno le somme, in quella che si preannuncia un’estate di probabili grandi rivoluzioni societarie, rammentando come pure il direttore generale Roberto Nespoli, abbia un incarico pro-tempore, come subentrato a Paolo Morganti passato nel frattempo al settore giovanile della Juventus. Solo dopo il temine del campionato si capirà se la scelta sia dettata dalla contingenza, oppure la cosa può rappresentare la definitiva svolta verso la linea verde, visto che proprio Borghetti è fra i principali artefici degli ottimi risultati conseguiti dal settore giovanile del Novara calcio.
La decisione di Charly Ludi in realtà non arriva dopo l’ultima batosta presa dagli azzurri al Piola nel derby piemontese giocato sabato contro il Cuneo, perchè già un mese fa aveva rassegnato le proprie dimissioni, ma il presidente le aveva respinte. La sconfitta senza appelli contro la baby band del direttore Sergio Borgo, ha probabilmente spinto Ludi a ritornare sulla questione, spingendolo ad anticipare ciò che probabilmente sarebbe avvenuto a giugno. E’ un gesto che da solo spiega la serietà della persona, prima ancora del professionista, il quale davanti ad una stagione quasi totalmente fallimentare, non ha cercato di mitigare le proprie responsabilità, senza neppure attendere la fine del campionato.
Una lenta passeggiata a capo chino sul terreno sintetico del Piola e prima di entrare negli spogliatoi, quel chinarsi a toccare il campo, per poi farsi il segno della croce. Aveva lasciato il campo così sabato Charly Ludi, e qualcuno ce lo aveva fatto notare. Una sorta di rito, quasi a ringraziare quel sintetico che gli ha dato le gioie più grandi che un calciatore si potesse immaginare e oggi segna la fine di una grande opportunità sfumata nel suo presente di dirigente. Un finale amaro che davvero l’uomo non si merita, così come non lo merita tutto l’ambiente azzurro.