Dopo la morte del 25enne torinese per sospetta meningite, anche in Piemonte sale la preoccupazione. Il giovane, da ieri, aveva febbre altissima: quando è stato ricoverato le sue condizioni sono apparse immediatamente disperate. Per lui non c’è stato nulla da fare. I medici stanno approfondendo per avere conferma del fatto che il 25enne sia morto a causa della meningite.
Nel frattempo, la Regione Piemonte annuncia che “non è necessario modificare l’attuale offerta vaccinale contro le meningiti batteriche: i casi di meningite meningocococcica che si verificano nella nostra regione sono del tutto rari e in diminuzione”.
L’attuale calendario prevede in offerta attiva e gratuita la vaccinazione contro la meningite da Haemophilus influenza B e pneumococco sotto l’anno di età (3°-5°-11° mese), la vaccinazione contro la meningite di tipo C a 13-15 mesi e ai ragazzi di 15-16 anni.
A questi vaccini si aggiunge per i nati dal 1° gennaio 2017 – seguendo le indicazioni del nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019- la vaccinazione contro il meningococco B offerta attivamente e gratuitamente (sono 4 dosi somministrate a partire dai 2 mesi di vita), mentre il vaccino contro il meningococco C per gli adolescenti (a 15-16 anni) verrà sostituito da un vaccino tetravalente che protegge contro la meningite di tipo Acwy.
In Piemonte, a partire dal 2008, spiegano dall’assessorato alla Sanità di corso Regina Margherita, “l’andamento dei casi di malattia invasiva da meningococco mostra una riduzione significativa, pari in media a 1 caso in meno ogni anno su tutta la popolazione piemontese. Nel 2016, l’incidenza è di 15 casi (5 sepsi e 10 meningiti), pari a 3 casi per 1.000.000 abitanti. Il dato registrato nel 2016 non altera il trend decrescente registrato dal 2008. Il valore massimo di incidenza si riscontra nel 2009 (6 casi per 1.000.000 abitanti), anno che precede l’introduzione della vaccinazione antimeningococco C in regione. La letalità per malattia invasiva da meningococco è in media inferiore a 2 decessi per anno”.
Il sierogruppo B è quello prevalente, riguarda circa il 60% dei casi, seguito dal sierogruppo C. In particolare, una sua maggior frequenza (70%) caratterizza la fascia di età pediatrica (0 – 14 anni), dato sovrapponibile a quello europeo.
“Continua ad essere garantita la vaccinazione di tutti i soggetti ad elevato rischio per patologia, mentre verrà regolata con prenotazione la vaccinazione a prezzo di costo a chi ne facesse richiesta in tutti gli altri casi. Allo stato attuale, non sono giustificate situazioni di allarmismo che rischiano solo di creare problemi agli operatori dei servizi vaccinali delle Asl”.