Quattordici linee cancellate dal 2010 ad oggi: succede in Piemonte che viene annoverato come “maglia nera” nella campagna Pendolaria promossa da Legambiente per sancire le peggiori linee ferroviarie d’Italia. E il Piemonte è anche tra quelle regioni dove si registrano i maggiori aumenti nel costo dei biglietti.
Ecco le linee che non esistono più: Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Vercelli-Casale Monferrato, Novara-Varallo Sesia e Sesto Calende-Oleggio. Quest’ultima tratta fa parte della storica linea Luino-Sesto Calende-Novara ed è stata soppressa senza alcun preavviso.
“Negli ultimi anni i pendolari del Piemonte hanno vissuto un’autentica beffa – spiegano a Legambiente – A causa di tali scelte, “a piedi” sono rimasti i pendolari (tra cui molti studenti) che non hanno trovato alcun mezzo sostitutivo. Le proteste si sono levate sia sulla sponda lombarda del lago Maggiore che per i viaggiatori della tratta Sesto Calende–Oleggio–Novara. La tratta in questione è lunga solo 15 km ma la sua chiusura costringe a cambi obbligati e tempi di percorrenza più che raddoppiati. Le situazioni già critiche dei pendolari sono diventate insopportabili. Dal 2010 ad oggi, infatti, si possono complessivamente stimare a livello nazionale tagli pari al 6,5% del servizio ferroviario, che in Piemonte hanno addirittura raggiunto il 7,5%”.
Legambiente chiede al Presidente e alla Giunta regionale interventi immediati per fermare e bloccare l'”agonia” dei tagli al trasporto ferroviario, magari sacrificando Tav e Terzo Valico: “I tagli degli ultimi anni alla rete ferroviaria piemontese sono una ferita aperta per le migliaia di pendolari che ogni giorno, nonostante i mille ostacoli, cercano di raggiungere il proprio posto di lavoro in treno. Una ferita che è ancor più dolorosa per chi si è trovato costretto a sostituire il treno col proprio mezzo privato, soluzione più costosa, scomoda, pericolosa ed inquinante – dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Ci auguriamo che la Giunta Chiamparino voglia bloccare la lenta agonia del trasporto ferroviario e rilanciarlo anche come strumento utile al miglioramento della qualità dell’aria in una regione che soffre endemicamente di smog. In tal senso è positivo si stia avviando l’iter per la messa a gara del servizio anche se passeranno anni prima di poter toccare con mano i relativi benefici. Nell’attesa chiediamo alla Regione che si adoperi fin d’ora per abbandonare grandi opere di cui i cittadini non sentono minimamente il bisogno, come Tav e Terzo Valico, destinando quei fondi alla riattivazione del servizio ferroviario pendolare, proprio a partire dalle 14 linee soppresse”.