Dopo essere stato tra i protagonisti dell’edizione 2016 della 21a edizione dell’International conference on advances in critical care nephrology di San Diego e in attesa di partecipare all’edizione 2017, il professor Vincenzo Cantaluppi, direttore della struttura complessa di nefrologia- centro trapianti di rene dell’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità”, ha avuto l’onore di veder pubblicato il suo intervento sul sito dell’International conference: una volta al mese scelgono una delle lezioni svolte in sede di conferenza, pubblicandola sul sito. Cantaluppi era uno dei due esperti italiani chiamati a San Diego, con il professor Ronco di Vicenza.
Il summit di San Diego rappresenta uno dei più importanti congressi mondiali sull’insufficienza renale acuta e la lezione del professor Cantaluppi riguardava la possibilità di effettuare una diagnostica precoce ed i nuovi sviluppi terapeutici nell’insufficienza renale acuta.
«E’ un problema molto rilevante nelle nostre Rianimazioni – spiega Cantaluppi – per due motivi epidemiologici: sia perché è correlato a mortalità altissima nonostante ci sia stata innovazione nelle terapie di supporto e sostitutive; sia perché chi sopravvive va incontro all’insufficienza renale cronica con un aumentato peso per il servizio sanitario».
«Il problema principale è che non esistono ancora marcatori che consentono una diagnosi precoce – aggiunge – Ci si affida sempre alla ‘vecchia’ creatinina che tuttavia dà indicazioni quando ormai il rene è già stato danneggiato. Una parte dello studio presso l’ospedale di Novara in collaborazione con importanti centri clinici e di ricerca internazionali è quello di scoprire marcatori diagnostici precoci in particolare a livello urinario; è questa una ricerca che si allarga anche al trapianto renale per l’identificazione precoce e non invasiva del rigetto immunologico».
Un altro aspetto degli studi in corso è quello terapeutico, attraverso l’utilizzo delle cellule staminali per arrivare ad avere a disposizione non solo metodiche sostitutive della dialisi ma per adattarsi alle situazioni cliniche più complesse con approcci innovativi.