Trentenne accusa l’ex compagno: «Con lui anni di botte e insulti». L’uomo è a processo per maltrattamenti e lesioni. Lei: «Mi ha sbattuto la testa così violentemente contro il muro che ho dovuto coprire il buco in cucina con un poster».
«Non l’ho mai denunciato prima perché avevo paura che potesse farmi del male. All’inizio erano solo insulti, ma col passare del tempo c’erano state anche aggressioni fisiche. Una volta mi ha preso la testa e me l’ha sbattuta contro il muro: ho dovuto coprire il buco con dei poster per non farlo vedere al mio nuovo compagno». Un racconto di anni di sofferenze quello fatto nelle aule del tribunale da una trentenne novarese al processo contro l’ex compagno trentunenne che proprio per l’ultima aggressione alla donna, nel luglio del 2017, è stato arrestato.
Ora è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni. «Ha cominciato ad alzare le mani nel 2011, 2012. Prima erano insulti, anche pesanti». Il clima teso fra le mura domestiche è stato confermato anche da un collega di lavoro della vittima: «Ha iniziato a confidarsi con me nel 2016. Diceva che il compagno la picchiava. Nella cucina della sua casa c’è un buco. L’aveva coperto. Mi ha spiegato che durante una discussione lui l’aveva scaraventata così forte contro il muro e lei aveva picchiato la testa. Non era l’unico buco coperto con quadri o poste». In un’altra occasione «l’ho vista con un evidente ematoma all’occhio. Diceva che lui era andato a parlarle di questioni inerenti il figlio e che in preda a un raptus aveva anche scaraventato per terra la televisione e la macchina del caffè».
L’escalation di violenze era terminato la scorsa estate quando lei aveva chiamato le forze dell’ordine per denunciare i maltrattamenti, anche quelli più risalenti nel tempo.
L’imputato nega gli addebiti e parla di normali discussioni fra ex conviventi.