Alla luce degli annunciati “tagli” da parte del Ministero della Salute a visite ed esami inappropriati, anche in Piemonte si approfondisce una questione che, di fatto, in certi casi costituisce una vera piaga. Bollino nero, infatti, per la nostra regione nel numero di prestazioni ambulatoriali per abitante (15,94 contro lo standard nazionale che si ferma a 12).
Nell’area metropolitana di Torino, spiega l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, “assistiamo ad abusi impressionanti, in particolare la Risonanza magnetica lombare: fare radiografie su radiografie per la lombalgia (una delle patologie più diffuse dopo il raffreddore) non produce benefici alla salute. Questo eccesso di diagnostica non comporta solo costi vistosi per la sanità, ma rischi per i pazienti. Assistiamo al paradosso che da un lato c’è un eccesso di consumo e di assistenza sanitaria in ospedale, mentre i soggetti più fragili hanno difficoltà ad accedere ai servizi essenziali”.
Il tema è quello dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie: “Ci lavoriamo da tempo – continua Saitta – Lo abbiamo fatto con convinzione e non solo perché siamo una Regione in piano di rientro. Riteniamo che migliorare il livello di appropriatezza sia un passaggio obbligato, se vogliamo che il servizio sanitario nazionale regga e mantenga le caratteristiche di universalità che lo rendono da sempre uno dei migliori”.
L’Italia è ai primi posti dei Paesi Ocse per numero di Tac e risonanze magnetiche, superata solo dalla Grecia e da Cipro. Il 22% di esami e prestazioni sono relativamente inappropriati e un altro 22% assolutamente inappropriati. Un esame su tre, insomma, non dovrebbe essere prescritto.