Chissà se ci saranno proprio tutti questa sera al The Mall, locale di tendenza di Milano alla cena promossa dal premier Matteo Renzi, con lo scopo dichiarato di rimpinguare le casse del Pd. Mille euro a testa la cifra per partecipare “all’evento”, che nel solco di quel che accade negli Stati Uniti, dove il lobbysmo è pratica comune, ha l’obiettivo di sperimentare il “fundraising” ovvero il finanziamento al partito attraverso una raccolta fondi aperta.
Da Largo del Nazareno sono stati diramati gli elenchi degli invitati, con tanto di promotori ed ovviamente il sito di gossip politico torinese “Lo Spiffero” non ha perso l’occasione per fare tutti i nomi della delegazione piemontese. Fra molte conferme qualche sorpresa, soprattutto per la pattuglia novarese capitanata dal Sindaco Andrea Ballarè che annovera Fabio Ravanelli del gruppo Mirato e Presidente dell’Associazione Industriali, Fabio Leonardi, patron della Igor, Giovanni Mogna della Probiotical e Carlo Roccio di Fleming.
Da Torino, oltre alla presenza piuttosto scontata di Oscar Farinetti (patron di Eataly, il cui sbarco nella sede in ristrutturazione del mercato coperto di Novara sembra ben più di una ipotesi), da sempre appassionato sostenitore di Renzi, vengono segnalati i fratelli Gavio (autostrade), Marco Boglione (Robe di Kappa), Giulio Muttoni (Set-up live), Pietro Colucci (Kinexia, energie rinnovabili), Mario Virano (Commissario di governo per la Torino Lione).
Qualcuno ha fatto sapere che forse non ci andrà, ma comunque il significato di questa partecipazione è evidente. Anche perché il premier non ha fatto mistero di voler avviare con questo evento un nuovo corso, ovvero quello del finanziamento trasparente al partito. Una “trasparenza” che va però di pari passo con il concetto di lobbismo: un termine d’uso comune negli Stati Uniti, dove è regolamentato e praticato. Un po’ meno da noi dove in effetti una normativa in tal senso non esiste.
Comunque i posti prenotati a ieri erano circa 600 ed erano in continua crescita ed aggiornamento: il che porta a desumere che, se tutti, ma proprio tutti pagassero la quota prevista, la serata porterebbe nelle casse del Pd 600.000 euro. Insomma una “botta di vita” mica da ridere!