Undici Comuni tra Novara e Vercelli, la Provincia di Novara, 7 associazioni, imprenditori agricoli, medici e cittadini: tutti insieme firmano il ricorso al Tar del Piemonte contro le trivelle Eni a Carpignano Sesia. L’obiettivo comune è “tutelare il territorio e l’acqua che beviamo”, come hanno sottolineato nella conferenza stampa di questa mattina, lunedì 28 agosto, a Palazzo Natta.
Un’azione giudiziaria che vuole opporsi ai pareri positivi al progetto estrattivo Eni, giunti nei mesi scorsi dalle Commissioni dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali (per l’avvio dei cantieri manca solo il via libera del ministero dello Sviluppo economico). Pareri a un progetto “totalmente privo del volere del territorio”, come ha sottolineato il presidente della Provincia Matteo Besozzi, contro cui si sono già espressi negativamente numerosi Comuni e lo stesso consiglio provinciale. E contro cui si batte da 4 anni il Comitato Dnt.
Il ricorso sarà depositato entro la fine della settimana dall’avvocato Alessia Tiragallo dello studio Crucioli di Genova, che da tempo segue le attività del Comitato. Oltre a Carpignano, hanno già aderito anche i Comuni di Fara, Briona, Sillavengo e Castelletto Ticino, dal vercellese Arborio, Lenta e Lozzolo. Fra le associazioni aderenti ci sono Pro Natura Piemonte e Novara, Legambiente Novara e il Consorzio tutela nebbioli dell’Alto Piemonte, mentre fra gli imprenditori agricoli figurano l’azienda agricola Valsesia, l’apicoltura Monterosa, Castaldi Francesca e il salumificio Dessilani. Accanto a loro anche normali cittadini, fra cui alcuni medici. Nelle prossime ore è attesa la firma ufficiale anche dei Comuni di Novara e Gattinara e potrebbero aggiungersi anche Federconsumatori e Legambiente Vercelli.
Un’adesione corale legata al potenziale rischio di contaminazione delle acque derivante dalle trivellazioni, che non viene nascosto neppure nel faldone dell’iter di approvazione del progetto, dove viene proposto “l’approvvigionamento tramite autopompe” nel caso in cui si concretizzasse. “L’acqua di Carpignano – ha sottolineato Marcello Marafante, coordinatore del Comitato Dnt – è purissima e viene bevuta anche a Novara. Salvaguardiamola. Con questo ricorso vogliamo dare anche un segnale: da più parti siamo invitati a cambiare le nostre abitudini per il bene dell’ambiente, cambiamole davvero”.
Nel frattempo resta bloccata la nuova mappatura degli acquiferi profondi: “L’aggiornamento stilato dalla Regione Piemonte – ha spiegato il consigliere provinciale all’Ambiente Giuseppe Cremona – non includeva la zona di Carpignano Sesia, per questo abbiamo scelto di esporci in Conferenza regionale per l’ambiente, astenendoci dalla votazione e ottenenendo un rinvio, con l’assicurazione che saranno svolti degli approfondimenti”.
“Il ricorso – ha aggiunto l’avvocato Tiragallo – è basato sulla grave carenza istruttoria dell’iter, sul mancato ascolto delle esigenze dei cittadini e sui rischi ambientali connessi al progetto”. I costi dell’azione legale ammontano a 6.000 euro: 2.000 saranno messi a disposizione dal Comune di Carpignano, altri 1.000 dalla Provincia, mentre la quota restante sarà suddivisa fra gli altri enti aderenti al ricorso.