Uccise la sorella a Novara: confermato l’ergastolo. In Appello nessuno sconto per l’autore dell’omicidio avvenuto alla Bicocca la mattina del 9 novembre 2016
Ergastolo, la stessa pena inflitta in primo grado a Novara. La Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna al carcere a vita all’autista di 49 anni residente a Cassolnovo (Pavia) che la mattina del 9 novembre 2016, nel rione Bicocca a Novara, ha ucciso la sorella Marita Tomasoni, accoltellandola più volte dopo l’ennesima richiesta di soldi.
I giudici non hanno concesso alcuno sconto e hanno confermato anche il risarcimento del danno da 200 mila euro per il vedovo, e poi 165 mila euro e 25 mila euro per madre e fratello della donna, Elisabetta e Luciano, rappresentati dall’avvocato Massimo Lovati.
Il difensore dell’imputato aveva chiesto l’assoluzione per la calunnia nei confronti dell’imputato, dal momento che inizialmente il quarantanovenne aveva cercato di scaricare la colpa gettando dei sospetti sul marito della sorella, e la derubricazione dell’omicidio volontario aggravato nel reato meno grave di omicidio preterintenzionale, col minimo della pena. E’ probabile il ricorso in Cassazione quanto meno per il riconoscimento delle attenuanti generiche, negate in entrambi i gradi di giudizio.
L’imputato, nella ricostruzione operata dai carabinieri al termine delle indagini, aveva programmato tutto, forse da giorni, e aveva già maturato l’intenzione di uccidere la sorella nel caso lei non avesse assecondato la sua ennesima richiesta di soldi. La mattina del 9 novembre si era presentato a casa di Marita, le aveva chiesto denaro e di fronte al rifiuto l’aveva seguita al piano superiore accanendosi sulla donna con trenta coltellate. Poi era fuggito con 1.800 euro. Determinanti per incastrarlo le immagini delle telecamere di una vicina abitazione e i riscontri tecnici sui tabulati e le celle telefoniche