Buongiorno
Novara

Una vita fatta di meditazione, preghiera e lavoro: la vocazione delle monache di Orta San Giulio

Una serie di incontri dedicati al viaggio, il viaggio dell’anima, soprattutto, il viaggio della mente e della fede. A partire dal primo appuntamento della rassegna “Ove si puote andare” promosso dalla Fondazione Banca Popolare di Intra che si svolgerà domenica 11 ottobre alle 15.30 nella Basilica dell’Isola di San Giulio nel Lago d’Orta. Un viaggio nella vocazione, una meditazione di cui saranno protagoniste tra testimonianze, immagini, filmati, letture e canti le monache dell’abbazia benedettina “Mater Ecclesiae”. Un appuntamento che coincide con la celebrazione del quarantatreesimo anniversario di fondazione del monastero. Le testimonianze saranno quelle della badessa, Madre Anna Maria Cànopi e di altre due suore, una consacrata già da diversi anni e l’altra novizia.

A far da collegamento tra le testimonianze e i canti (eseguiti dal vivo) delle monache saranno i brani letterari interpretati da Gianni Dal Bello e le riflessioni teologiche di don Pier Davide Guenzi. L’incontro si inserisce in un percorso di cultura spirituale che ha visto la collaborazione del monastero con la Fondazione UniversiCà, già negli scorsi mesi, con l’allestimento di una mostra multimediale al polo museale di Druogno, dove viene presentato il lavoro del laboratorio di restauro tessuti delle monache dell’isola. Ora l’appuntamento di Domenica 11 ottobre si propone come fiore all’occhiello dell’anteprima di un progetto pluriennale dal titolo “Ove si puote andare” che avrà per tema il viaggio.

Sei monache benedettine, nel 1973, sull’Isola di San Giulio, danno vita al Monastero “Mater Ecclesiae”. Un luogo di preghiera, di fede, di vita claustrale condotta secondo la regola ora et labora. Al Monastero si arriva soltanto attraversando un tratto del lago d’Orta, quasi un modo per lasciarsi alle spalle la vita terrena e addentrarsi in un mondo fatto di pace ed operosità.
Un’atmosfera che ha sicuramente contribuito ad accrescere il numero delle novizie che oggi sono oltre sessanta. Qui pregano, fin dalle prime ore del mattino, ma non solo: tra le mura del Monastero studiano, fanno ricerche su testi antichi e si dedicano al lavoro artigianale, garantendo alla loro comunità i mezzi di sostentamento.

Nel Monastero vengono svolte ricerche e studi su testi antichi, traduzioni, elaborati scritti e pubblicazioni a sussidio della Lectio Divina; al suo interno, le monache restaurano tessuti antichi (arredi, vesti sacre, arazzi, ecc.) con grande professionaltà, unita a profonde ricerche in questo campo. Confezionano paramenti sacri, producono tessuti con antichi telai a mano, dipingono per produrre icone originali e confezionano ostie-pane.

Nel Monastero c’è posto anche per chi ha bisogno, seppur temporaneamente, di allontanarsi dalla vita terrena, dai problemi e dalle ansie della quotidianità. In una casa dell’isola, infatti, è presente una piccola foresteria dove possono essere accolti religiosi, laici, coppie, giovani, piccoli gruppi: non più di venti persone, purchè siano disponibili a seguire la vita liturgica interna con momenti di meditazione e di incontro.