Va in scena al teatro Coccia «Uno zio Vanja», capolavoro di Cechov. Stasera alle 21 e domani alle 16 Vinicio Marchioni e Francesco Montanari propongono la tragicommedia delle «occasioni mancate»
Famiglia, arte, amore, ambizione e fallimento fanno da sfondo a «Uno zio Vanja», tragicommedia delle occasioni mancate, scritta da Anton Čechov, che va in scena stasera alle 21 e domani alle 16 al teatro Coccia di Novara, a cura di Khora.teatro. Biglietti da 16 a 32 euro.
Sul palco, protagonisti principali, Vinicio Marchioni, che ne cura anche la regia, e Francesco Montanari. E poi un cast formato da Francesco Montanari e con Lorenzo Gioielli, Milena Mancini, Alessandra Costanzo, Nina Torresi, Andrea Caimmi, Nina Raia.
Lo spettacolo è stato rappresentato per la prima volta il 26 ottobre del 1899 al teatro d’arte di Mosca ed è oggi considerato uno dei drammi più importanti dello scrittore di Taganrog. Ambientato in un paese devastato da un terremoto, i personaggi tirano avanti come meglio possono. Nessuna speranza, illusioni, fanno molto poco per sfuggire alla condizione di insoddisfazione in cui si ritrovano. Sono stanchi persino di desiderare e trascorrono il loro tempo rammaricandosi dei giorni passati e contemplando i loro fallimenti. L’analisi del capolavoro cechoviano «parte da due domande: Cosa resta delle nostre ambizioni con il passare della vita? E se fossimo in Italia oggi, anziché nella Russia di fine 800? Due domande che aprono squarci di riflessioni profondissime, attraverso quello sguardo insieme compassionevole, cinico e ironico proprio di Cechov finalizzato a mettere in scena “gli uomini per quello che sono, non per come dovrebbero essere»”». Protagonista sulla scena, in quattro atti, è Ivan Petrovic Voiniskij, zio Vanja appunto, che per anni ha amministrato con scrupolo e abnegazione la tenuta della nipote Sonja versandone i redditi al cognato, il professor Serebrjakov, vedovo di sua sorella e padre di Sonja. Tutti sono devoti al professore, che credono un genio. Ma nulla cambia la scoperta che in realtà l’uomo è un mediocre ingrato. Il destino di Vanja, che inizialmente sembra ribellarsi, è quello di una vita rassegnata e dimessa.
L’adattamento di Zio Vanja curato da Letizia Russo, nel rispetto della linea editoriale di Khora.teatro, ha l’obiettivo di riavvicinare il pubblico ai classici della storia del teatro facendo perno su precise note di contemporaneità della scrittura cecoviana per esaltarne la straordinaria attualità creativa.