L’altra sera, ad una festa di compleanno alla quale ero stata invitata, solo per averlo nominato candidamente (candidamente soprattutto), ho sollevato uno di quei polveroni che manco alla Parigi-Dakar.
Si… sto parlando di lui, il famigerato PuntoG.
Io da donna sgamata, intelligente, moderna (e modesta soprattutto), ho lanciato per caso l’argomento e lì… ciao proprio, si sono scatenati gli animi femminili… quelli maschili hanno chiesto l’aiuto da casa. Strano, non l’avrei mai detto.
Vista l’accoglienza tributata al nostro amico G, ho deciso di studiarne un po’ la storia, informandomi sull’argomento.
Iniziamo con un po’ di cultura generale che non fa mai male e serve sempre.
(Che poi diciamoci la verità… voi uomini tutte ‘ste informazioni potreste anche rivendervele come se fosse tutta farina del vostro sacchettino striminzito e raccattare su consensi femminili in ogni dove. #fatevoi).
Comunque…
Storicamente si deve la scoperta del puntoG ad un bel tedescone di nome Ernst Grafenberg che un bel giorno, deciso a dare una svolta alla ricerca scientifica, si mise a ravanare allegramente la signora Grafenberg.
Peccato che lei invece di cagarselo e di gioire dell’evento più unico che raro, era più interessata a magnarsi il suo bel piatto di wurstel e crauti, e questo dice tutto.
Che poi scusate…
Arriva sto tizio e dice di aver trovato il punto del massimo piacere femminile… Arriva bello fresco e insiste pure con la moglie che porella l’avrà guardato sconsolata cercando di fargli capire che lui, uomo medio, luminare e ottimo ginecologo per carità, non aveva proprio trovato una cippa e che l’acqua calda era da un po’ che l’avevano scoperta.
Ma cosa gli è venuto in mente a Ernst di fare sta figura da pirla?
Eppure glielo aveva pure detto Angelona sua che avrebbe preso una cantonata, ma niente. Testardo oh.
Infatti, dopo alcuni anni, arrivò la conferma che la tedescona magna crauti aveva ragione e Ernst non aveva trovato proprio niente.
I suoi studi erano semplicemente stati male interpretati da alcuni medici cialtroni che avevano creato un falso mito…
Ettepareva… ascoltarci prima no eh?!
Comunque, negli anni successivi, ci hanno spiegato che l’orgasmo lo procura solo il clitoride e non la vagina; in pratica Clito e Gina sono amiche, si stanno pure simpatiche, frequentano lo stesso bar ma si fanno i cavoli loro, non si parlano e ognuna per sé. Chiuso.
Quindi, alla fine, sto puntoG non è un punto, ma una piazza d’armi, una zona erogena femminile molto più vasta di quel puntino che quel furbacchione di Ernst voleva farci credere; insomma, non è che non esiste, ma quel tirchio di Ernst non aveva preso in considerazione tutto l’ambaradam per paura di esagerare forse; studiava il suo orticello mentre in realtà aveva a disposizione un bel campo da calcio.
Quindi adesso per non fare casini, il puntoG si è tenuto il suo nome, ma è chiaro ormai che di “punto” non ha proprio più niente.
A dare nuova luce sul funzionamento del “campodacalcioG”, siamo arrivati noi italiani splendidi e meravigliosi a mettere le mani in pasta… o dove vi pare ecco…
Comunque…
Questo gran bel gruppo di ricercatori dell’Università dell’Aquila, con a capo il titolare della cattedra di sessuologia medica, mica uno qualunque, il Dr. Emmanuele A. Jannini, hanno dimostrato a tutto il mondo e pure agli amici crucchi di Ernst, la grande somiglianza della famosa area del corpo femminile con alcune parti dell’anatomia maschile; e proprio nella parte anteriore della vagina, lo staff di Jannini ha localizzato la somiglianza: trattasi delle ghiandole di Skene, responsabili di un orgasmo che in alcuni casi può essere accompagnato da una specie di eiaculazione. Mica poco.
Il Dr. Jannini ha anche spiegato che non tutte siamo così ben strutturate per avere quella reazione fisiologica e in alcune donne questo fenomeno non è presente e non lo sarà mai.
Insomma, se ce l’hai ce l’hai di serie, in dotazione dalla nascita altrimenti ciao, non è che si può aggiungere come optional.
Evvabbè, ce ne faremo una ragione senza farci troppe pippe mentali, anche perché per il resto siamo tutte uguali.
Dopo tutto questo, si fa più chiara la dichiarazione sul palco della nostra Pausini nazionale, che ha ammesso senza vergogna e con una naturalezza disarmante: “Yo la tengo como todas!”
Eh già brava Laura, la teniamo tutte como todas, senza l’ombra di punto G… e che esista o meno, basta provocarlo e ci dà sempre grandi soddisfazioni.
#enjoygirls