Confindustria Piemonte ha incontrato i parlamentari della XVIII legislatura per illustrare le prospettive strategiche elaborate per la crescita e l’occupazione (1,8 mln di nuove assunzioni ipotizzate). Punti cardine: il lavoro ai giovani, un sistema inclusivo ed il rientro del debito pubblico.
La “vision” di Confindustria: 1,8 mln di nuovi occupati. Ma il futuro Governo recepirà?
#VisionePropostaConfindustria #ConfindustriaPiemonte #FabioRavanelli #DiegoSozzani #AlbertoGusmeroli
Una trentina di parlamentari e gli organi dirigenti di Confindustria Piemonte si sono incontrati ieri (lunedì 12.05.2018) a Torino, per la presentazione del documento redatto dal sistema Confindustria “La Visione e la Proposta – per costruire un Paese più inclusivo, stabilizzare la crescita e ridurre il debito pubblico in una legislatura”.
Fra i rappresentanti della XVIII legislatura (31 in totale) c’erano anche il Sindaco di Arona Alberto Gusmeroli (Lega), ed il novarese Diego Sozzani (Forza Italia). La riunione è stata introdotta da un altro novarese, il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli che ha spiegato i capisaldi del progetto, come risultato di una campagna di ascolto che ha coinvolto migliaia di imprenditori, portatori di istanze e suggerimenti. Sono poi intervenuti, illustrando il merito delle proposte, Gabriella Marchioni Bocca, presidente Comitato regionale Piccola Industria di Confindustria Piemonte; Ermanno Rondi, delegato di Confindustria Piemonte su Formazione ed Educazione; Fabrizio Gea, presidente Confindustria Canavese; Umberto Locatelli, presidente Unione industriale Vco; Paola Malabaila, presidente Unione industriale di Asti; Giorgio Cottura, presidente Confindustria Vercelli Valsesia; Giorgia Garola, presidente Giovani Imprenditori Confindustria Piemonte; Dario Gallina, presidente Unione industriale di Torino.
I punti fondanti del piano sono sostanzialmente: più lavoro per i giovani in un Paese maggiormente inclusivo, un’Italia che stabilizza e accelera la propria crescita e che rassicura i suoi interlocutori internazionali, grazie a un graduale rientro del debito pubblico. Sono dunque tre le missioni-Paese fissate nel documento, per raggiungere le quali è fondamentale la cooperazione sinergica di tre attori: le imprese, l’Europa e la politica nazionale.
Dalle prime indiscrezioni riguardanti i punti programmatici oggetto del famoso “Contratto di Governo” però, su cui Movimento 5 Stelle e Lega stanno discutendo, sembrerebbero muovere il Paese in direzioni diverse da quelle auspicate da Confindustria, sempre che ovviamente, un esecutivo “gialloverde” nasca veramente. Si pensi ad esempio alle ipotesi di sforamento del rapporto deficit/Pil, con le inevitabili ripercussioni proprio sul debito pubblico; così come alle accennate revisioni dei trattati UE; non esattamente rassicuranti per mercati ed interlocutori internazionali. Senza entrare nel merito del tema “inclusione”, mentre sarà certamente dirimente il problema dell’occupazione (soprattutto giovanile) e su questo, Governo e Confindustria potrebbero trovare importanti punti d’intesa.
Anche perchè Confindustria ha ovviamente illustrato gli assi su cui fondare il proprio modello di sviluppo: Italia più semplice ed efficiente; prepararsi al futuro attraverso scuola, formazione ed inclusione giovanile; un Paese sostenibile, gli investimenti come assicurazione sul futuro; l’impresa che cambia e si muove nel mondo; un fisco a supporto di investimenti e crescita; Europa miglior luogo per fare impresa.
Il piano predisposto da Confindustria indica non solo cosa va fatto ma anche come, con quali risorse e gli effetti sull’occupazione, il debito pubblico, la crescita e l’export. Secondo i calcoli dell’associazione, la sua applicazione a legislazione vigente permetterebbe di ottenere nell’arco di una legislatura 1,8 milioni di occupati in più, una riduzione di più di 20 punti del rapporto Debito/PIL, una crescita cumulata del PIL reale prossima ai 12 punti percentuali e una crescita dell’export significativamente superiore alla domanda mondiale.
“Oggi abbiamo illustrato un percorso nazionale in sei assi prioritari per nulla semplice, anzi piuttosto arduo da affrontare – spiega Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte – la posta in gioco però è il rilancio del nostro Paese e la possibilità di consolidare nei prossimi anni i segnali di ripresa attraverso un grande progetto di politica industriale, tema assente dal dibattito dell’ultima campagna elettorale. Come sistema Confindustria crediamo invece che la manifattura sia il vero motore dell’economia italiana e che il nuovo Governo debba considerare l’impresa l’asset principale per creare ricchezza e trainare l’intero paese”.