Ci sono dei momenti nella vita che fai cose che non hai mai fatto prima, che non avresti mai pensato di poter fare, che quando le hai fatte sei veramente felice di averle fatte.
Come farti fotografare da un leghista mentre sali su un trattore sul Suolo Sacro di Pontida, quella che da ragazzo avevi studiato a memoria e poi la fantasia pirotecnica del Senatur Bossi ha trasformato in uno degli avvenimenti principali della ripresa autunnale politica.
Lo confesso, non sono un tipo da Cernobbio, ma nel mio piccolo curriculum ci sono stati diversi Meeting di Rimini, una Festa Nazionale dell’Unità, una Festa Nazionale dell’Amicizia, diversi incontri di Saint Vincent, ma Pontida no, mi mancava.
Certo la mia Pontida non è quella delle origini quando il pratone era molto più grande e non stretto fra un supermercato e una ditta di lapidi funebri eleganti dal nome “Salvi”. La prima impressione è stata non negativa ma di delusione per le dimensioni del prato, che era però gremitissimo di leghisti verdi e con in mano il poster Salvini Premier. I leghisti si stringono forte forte, e sembrano molti, molti di più.
Un militante leghista, simpatico e gentile, che non è mai mancato a Pontida, con la sua Signora, un esempio di fedeltà politica e coniugale che apprezzo moltissimo, senza ironie, mi ha ricordato che una volta la collina antistante il pratone era affollata di leghisti con le loro bandiere e deve essere stato un colpo d’occhio notevole, ora ci sono villette e recinti che impediscono ai leghisti di salirci.
È stata la prima adunata in cui Bossi non ha parlato, colpevolizzato anche lì per aver innestato la vicenda giudiziaria che ha portato al sequestro dei conti della Lega mettendo a repentaglio lo stesso svolgimento di Pontida.
È stata forse quella con più umbri, laziali, calabresi perfino, segni di una Lega che, probabilmente, non si chiamerà più Nord per l’Indipendenza della Padania e quando se lo dicono ai leghisti gli piange un po’ il cuore, anzi il coeur, ma è la politica, la vita, l’amore, perfino, tutto cambia per sopravvivere e continuare.
È una Lega che con i Referendum per l’Autonomia di fine ottobre potrebbe cogliere un successo politico imprevisto e a lungo cercato, propedeutico per una vittoria del centrodestra a trazione salviniana.
Tra passato e futuro ci sono i novaresi, anzi i nuaresi, non so se 150 come dicono di essere stati, non li ho contati, onestamente, ma certamente fieri della vittoria canelliana.
Il gruppo dirigente della Lega novarese al completo, nella zona camper, consuma un pasto novarese frugale ma abbondante, i loro volti sono felici, lo vedi nel sorriso del Sindaco spensierato, nel volto radioso di Liuni, a bordo di un camper come valorosi cowboys lasceranno quasi subito, dopo il comizio di Salvini, la spianata, dove hanno passato la notte.
I tempi della mattinata di Pontida sono quelli strettamente dettati dall’esigenza TV di apparire al Tg1 in tempo perfetto, tutto mediatizzato, oltre rimangono i militanti che sullo stesso pratone grigliano costine e salamelle, affollano container con tutte le birrette possibili, consumano virilmente pane e salame.
Loro forse sono la Lega di un tempo, quella delle origini libertarie e birichine, l’altra quella di Governo era già sul camper alla volta di Novara, non ha tempo per vecchi rituali, il Potere quello vero, agognato da sempre forse non è mai stato così a portata di mano, Nuara forse è più vicina a Roma di Pontida.
Pier Luigi Tolardo