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Novara

Eseguita l’autopsia sul corpo di Gennari. Sansarella rimane in carcere: «Non volevo ucciderlo, solo proteggerlo»

E’ stata eseguita oggi – dal medico legale Gianfranco Zulian – l’autopsia sul corpo di Andrea Gennari, il 44enne morto a seguito della rissa a Santa Rita. L’esame confermerebbe, secondo indiscrezioni, quanto finora emerso dalle indagini e, in parte, dalle dichiarazioni rilasciate durante gli interrogatori.

Tutto sarebbe durato dalle 8 alle 10 ore circa a partire dal pestaggio e dalla violenza subiti da Gennari in quella tragica notte in cui è stato aggredito violentemente da Nicola Sansarella.

Una serata al bar, ad assistere ad una partita di calcio, un bicchiere, poi un altro e un altro ancora. E chissà quanti se ne sono susseguiti, quella maledetta sera.

Tanto che alle 4 del mattino, Sansarella, secondo la sua ricostruzione dei fatti, si sarebbe fermamente opposto al rientro a casa di Andrea, l’amico di sempre. Dal suo racconto, infatti, Gennari sarebbe stato troppo ubriaco per mettersi alla guida. Di fronte alle resistenze dell’amico, Nicola avrebbe utilizzato calci e pugni per fermarlo. Fino a quando, poco dopo le 4 del mattino, gli avrebbe imposto di trascorrere la notte nella baracca di Guerrini, in una zona boschiva di via Scalise, mentre lui sarebbe tornato a casa propria.

Stando alla confessione di Sansarella, lo stesso avrebbe chiamato Guerrini intorno alle 5 del mattino per sapere delle condizioni di Andrea. “Sta abbastanza bene”, gli avrebbe risposto il proprietario della baracca.

Rimane da stabilire cosa sia successo nelle ore successive, fino alle 15 del pomeriggio di martedì, quando Guerrini avrebbe telefonato a Sansarella dicendogli che le condizioni di Gennari si stavano aggravando.

Dalle dichiarazioni, emerge anche che, pochi minuti prima di quella telefonata, Gennari si sarebbe alzato dalla brandina dove era steso per uscire a lavarsi la faccia. Poi il peggioramento improvviso e la successiva morte.

Rimangono molti aspetti da chiarire in tutta questa vicenda, così come le responsabilità di Sansarella (per cui è stato convalidato l’arresto) ed il ruolo di Guerrini. In gioco c’è anche un eventuale derubricamento dell’accusa del reato per Sansarella, da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.

Nicola Sansarella rimane in carcere: “E’ una persona disperata – dichiara il suo legale, avvocato Stefano Allegra – Si è reso conto di essere arrivato ad un punto di non ritorno ed ora vorrebbe risalire. La sua speranza, dopo aver ovviamente espiato le sue colpe, è quella di rimanere a Novara, di riprendere un percorso serio al Sert, percorso già iniziato diverse volte e mai portato a termine. Continua a ripetere che non voleva uccidere Andrea, che erano amici e fratelli e che la sua azione violenta, per quanto possa sembrare paradossale, era finalizzata ad una forma di protezione estrema nei confronti di Gennari”.

Quello che è certo è che ci sono ancora molte ombre su cui fare chiarezza in una vicenda che ha letteralmente sbigottito l’intera città. Ad esempio: perchè non è stata chiamata un’ambulanza se i fatti si sono effettivamente svolti come pare dal racconto dei protagonisti? E se fosse stata chiamata, Gennari sarebbe ancora vivo? Perchè dopo la morte, la vittima è stata seppellita a pochi metri da quella baracca? Interrogativi su cui la prosecuzione delle indagini dovrà fare luce.