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Novara

A rischio il personale della ristorazione scolastica. Preoccupazione tra i sindacati e i genitori

I termini per la presentazione delle domande sono scaduti. Oggi verranno aperte le buste per iniziare la fase di verifica del rispetto delle condizioni poste da parte delle aziende partecipanti. Ma la ristorazione scolastica, così come è stata pensata dalla giunta Ballaré, sta suscitando numerose preoccupazioni principalmente da parte del sindacato. Sebbene nel capitolato si chieda di reintegrare il personale integralmente, qualche problemino da affrontare c’è… E non si tratta di questioni di poco conto.

Ricordiamo che il bando rappresenta una grossa novità nell’ambito della ristorazione scolastica novarese, innanzitutto per l’introduzione del sistema self service e poi anche per la scelta di preparare i secondi piatti e quelli più elaborati in uno spazio comune. A quel punto, si procede con il cosiddetto sistema cook&chill (che consiste nell’abbattimento delle temperature con appositi macchinari) e si distribuisce il cibo nelle varie scuole dove viene riportato a temperatura e sottoposto agli studenti. Un sistema che, come ci ha spiegato l’assessore Margherita Patti, “viene già ampiamente utilizzato negli ospedali, mentre è più raro trovarlo nelle scuole“. Una sfida, quella del nuovo servizio di ristorazione scolastica, che però, proprio per le sue caratteristiche, mette in gioco la posizione professionale di diverse figure.

 

Ovviamente con questi due sistemi, il self service e il cook&chill – spiega Giuseppe Ballato della Uil – i ragazzi si potano il vassoio da soli e nelle cucine non si preparano più i piatti che si preparavano finora. Oltretutto, è stato rivalutato il numero degli addetti in mensa rispetto ai ragazzi. Prima doveva essere presente un addetto ogni 50 bambini, ora il numero dei bambini è salito a 70. Sicuramente ci sarà una revisione del monte ore degli addetti alle mense, ma temiamo che si debba procedere anche ad un ridimensionamento del personale. Del resto, stando al capitolato, il personale che attualmente opera nelle mense non è più necessario rispetto al carico di lavoro che le nuove condizioni pongono“.

Oltretutto, con il cook&chill, “i secondi piatti si possono anche preparare in spazi che non rientrano nel nostro territorio. Non possiamo chiedere al personale attuale di spostarsi magari di chilometri e chilometri, magari in altre città lontane da Novara. Perché potrebbe succedere anche questo…“. Insomma, un bel problema! “Tra una ventina di giorni – continua Ballatoci comunicheranno il nome dell’azienda che si aggiudicherà l’appalto, dopodiché inizieremo i confronti“.

Qualche incontro con i sindacati c’è già stato, “ma soltanto perché l’abbiamo chiesto noi e per comunicarci che il capitolato era quello e che non si poteva cambiare. Nessuna riunione è stata convocata per confrontarci sul capitolato stesso. Cosa che succede per la prima volta. E’ chiaro che, in corso d’opera, non si possano cambiare le condizioni. Ci è stato detto dal Comune che le nuove condizioni sono necessarie per non aumentare il costo del buono pasto e per risparmiare. Si parla di un paio di milioni di euro… Ma è chiaro che un impatto sul personale, o in termini di riduzione dell’orario o di revoca dell’incarico, ci sarà… Abbiamo lavorato anni per avere in ciascuna scuola una cucina dove preparare cibi freschi per i nostri ragazzi. Adesso si rivede l’intero sistema a discapito sia della qualità dei pasti stessi sia del personale attualmente occupato“.

Gli addetti sono circa 140 suddivisi in 30 scuole della città di Novara: “Noi ci auguriamo che chi si aggiudicherà l’appalto reintegri interamente il personale, ma ci sono buone possibilità che ciò non avvenga. Non ci resta che attendere l’esito della gara. Dopodichè riapriremo il confronto e faremo il possibile per mantenere i livelli occupazionali attuali“.