Aggiornamento Coronavirus. Conte chiude “quasi” tutto, non i trasporti e attività produttive
È il terzo decreto della Presidenza del Consiglio in cinque giorni, il quarto da inizio marzo si tratta di un ulteriore inasprimento delle misure finalizzate a contenere il prima possibile il contagio. Ora restano aperte le attività definite “primarie”.
Saracinesche abbassate su tutti gli esercizi commerciali del territorio nazionale, pub, ristoranti, parrucchieri, centri estetici e servizi di mensa. Chiudono anche i reparti delle attività produttive che non sono necessarie. Garantiti invece i servizi essenziali: trasporti, agroalimentare, farmacie, poste e banche. È d’obbligo precisare che restano invece aperti edicole, tabaccai, artigiani, idraulici, meccanici, pompe di benzina. «Tutti aperti perché sono essenziali», precisano fonti di Palazzo Chigi.
Che cosa chiude?
Secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte:
Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Chiusi i mercati su strada. Chiusi i bar, i pub, i ristoranti. Chiusi i servizi di mensa che non garantiscono la distanza interpersonale di un metro. Restano chiusi i reparti aziendali non indispensabili per la produzione: le industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano misure di sicurezza adeguate ad evitare il contagio. Si incentiva la regolazione di turni di lavoro, ferie anticipate, chiusura dei reparti non indispensabili. Restano chiusi fino al 3 aprile – come da precedente decreto – musei, cinema, teatri, scuole e università.
Che cosa resta aperto?
Le attività commerciali legate alla vendita di generi alimentari e di prima necessità, le farmacie, le parafarmacie, le edicole, i tabaccai: tutti devono far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nel rispetto di norme igienico sanitarie molto precise. Restano aperti i ristoranti nelle aree di servizio stradali e autostradali e nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e negli ospedali. I servizi bancari, finanziari, assicurativi. Le pompe di benzina, gli idraulici, i meccanici e gli artigiani. L’attività del settore agricolo, zootecnico e di trasformazione agroalimentare. Industrie e fabbriche continueranno le proprie attività a condizione che proteggano i lavoratori con protocolli di sicurezza speciali. Restano aperte le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche all’interno dei centri commerciali (che però devono essere chiuse tutte le altre attività).