Mentre Amazon, è ufficiale, sbarca a Vercelli con la costruzione di un nuovo centro di distribuzione e del cuore, di fatto, come annuncia la stessa azienda, della rete di distribuzione di Amazon nell’Italia nord-occidentale, a Novara si risolleva una polemica che, da anni e anni, ormai occupa l’atmosfera politica locale.
Ad ogni tentativo degli ultimi anni di approvare il progetto delle aree industriali di Agognate, il nome di Amazon usciva puntualmente, quasi come la forza di un nome da spendere, da parte della maggioranza, per convincere i molti scettici a dare il via alla trasformazione di Agognate in zona industriale.
Peccato che una maggioranza disposta a trasformare quel milione di metri quadrati agricoli, Amazon a parte, in aree logistiche non ci sia mai stata. Ci aveva provato, all’inizio, la maggioranza a guida leghista, con Giordano sindaco, e ci ha riprovato, a lungo e con estrema determinazione, ma senza risultati il centro sinistra, con Ballarè primo cittadino. Ed è proprio negli ultimi cinque anni che si sono aperte, sulla questione, voragini vere e proprie che hanno addirittura portato allo spezzamento della maggioranza e, in parte, anche del Pd.
Tra le fila dei Democratici, la battaglia contro le aree industriali è stata fin da subito intrapresa dagli Ecologisti guidati da Fabrizio Barini che sintetizza, alla notizia dell’insediamento di Amazon, anche le ripercussioni che il dibattito sul tema ha provocato internamente al Pd: “Amazon a Novara? – commenta Barini – Una bufala che ha bloccato lo sviluppo della città per 3 anni, spaccato l’alleanza di centro sinistra al governo e preparato il terreno alla sconfitta elettorale. Sono stato tra coloro che si é sempre opposto a un progetto che di industriale aveva poco o niente. Documentando la mia posizione con dati e atti pubblici: ad Agognate non c’è alcuna area compromessa. Nessun cratere o discarica che meritasse di essere bonificata con una colata di asfalto su cui edificare capannoni di cemento. È semplicemente un terreno, non di pregio, sui cui, legittimamente, i proprietari hanno cercato di lucrare nella trasformazione da agricolo ad edificabile facendo lobby sul sindaco di turno. Una strategia che forse avrebbe avuto successo 30 anni fa, ma i tempi sono cambiati. La crescente coscienza ambientale dei cittadini ha impedito lo scempio. Alla fine i proprietari c’è l’hanno fatta lasciando il cerino in mano a un fondo di investimento inglese con le spalle abbastanza larghe per digerire un cattivo affare e aspettare tempi migliori. Il prezzo più alto lo ha invece pagato un’amministrazione Pd. Ed è questa la parte della storia che mi fa arrabbiare”.
Al contrario, Andrea Ballaré, ex sindaco di Novara, era uno dei massimi sostenitori del progetto. ecco perchè, dinanzi all’insediamento Amazon a Verceli, commenta: “Era quello che avremmo potuto avere a Novara. Con la mia amministrazione eravamo ad un passo dal traguardo. Poi la “sinistra che dice sempre no”, la Lega di Canelli e il Movimento 5 stelle hanno bloccato tutto. I disoccupati di Novara e le imprese del territorio sanno chi ringraziare. E sanno chi li governa oggi…”.