Sulle aree industriali, riceviamo e pubblichiamo:
“Egregio signor Sindaco,
quando il suo predecessore aveva deciso di trasformare, con una specifica variante urbanistica ad personam, la destinazione d’uso delle aree agricole ad Agognate, la delegazione novarese del FAI, con altre importanti associazioni del territorio (Legambiente, Italia Nostra, Pro Natura, ecc.) aveva presentato ampie e motivate osservazioni di merito in opposizione a quel progetto.
ReteTerraNovara aveva contemporaneamente promosso una petizione indirizzata alle Consigliere ed ai Consiglieri comunali con la quale veniva richiesto di non approvare quella trasformazione ed aveva raccolto oltre cinquemila firme di adesione.
La variante urbanistica di Agognate non fu approvata perché in Consiglio comunale vennero meno i voti necessari.
Lei fu tra i Consiglieri comunali che dissero NO alla trasformazione e motivò la Sua opposizione affermando, tra l’altro, “…. a pochi metri in linea d’aria, circa 600, nella zona per altro già industriale, c’è una vasta area predisposta …” con un chiaro riferimento all’area industriale/logistica di San Pietro Mosezzo.
Ora la società inglese che ha acquistato le aree di proprietà Vailog ad Agognate ha richiesto una nuova variante urbanistica con la trasformazione di “soli” 250.000 mq di aree e, in particolare di quelle che sono state bonificate da TAV e riportate alla originaria destinazione agricola.
Lei ha espresso il suo consenso a quella richiesta di variante perché quei 250.000 mq sarebbero “inseriti in un quadro di sviluppo d’insieme”.
Per le ragioni ripetutamente esposte: (il suolo è un bene indispensabile a tutti gli esseri viventi; che non è sostituibile perché non c’è nulla che possa assolvere alla sua funzione; che non è rinnovabile perchènon si riproduce), per la grande estensione di aree dismesse presenti in città e per l’amplissima offerta insediativa a destinazione produttiva nei Piani Regolatori vigenti a Novara e Comuni limitrofi, Le chiediamo di non acconsentire ad un’operazione e ad una variante urbanistica che non appare sostenibile neppure economicamente se non nella prospettiva di un suo futuro significativo ampliamento e che è dunque chiaramente finalizzata solo ad avviare un nuovo fronte speculativo a danno delle sempre più preziose e fertili aree naturali ed agricole in evidente contrasto con le sensibilità di oggi e i disegni di legge nazionali e regionali per il conteimento del consumo di suolo.
Un’operazione che riaprirebbe una situazione di conflittualità con la città di cui Novara non ha assolutamente bisogno”.
Giovanni Gramegna, Fai
Alberto Pacelli, ReteTerraNovara