Botte e violenza alla moglie, l’accusa chiede 8 anni. Maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale che si sarebbero protratti per parecchi anni. Imputato un ghanese cinquantenne.
Per il pubblico ministero nessun dubbio; le botte, le umiliazioni, gli insulti e le violenze non erano stati fatti sporadici ma sistematici e reiterati nel tempo; la parte offesa, costituita parte civile, è credibile: per questo ha chiesto per l’uomo, ghanese cinquantenne residente nel novarese, la condanna a 8 anni di reclusione. La storia, approdata sui banchi del tribunale di Novara risale a qualche anno fa quando la donna, sua connazionale, non aveva più retto la situazione e si era decisa a denunciare quanto le accadeva tra le pareti di casa. E il racconto era stato penoso e sofferto. “Se fossimo ancora nel nostro paese a quest’ora ti avrei già ammazzata”: pare fosse questa una delle frasi più ricorrenti che le rivolgeva dopo averla picchiata o dopo aver abusato di lei. Pestaggi e umiliazioni, così aveva raccontato la donna, che avvenivano frequentemente, almeno due, se non tre volte al mese, una situazione che lei aveva sopportato per una decina d’anni. E ogni volta la stessa storia: lui che si arrabbiava per motivi banali, poi, in un crescendo di violenza, si avventava su di lei e la picchiava: schiaffi al volto ma anche calci, alle gambe, alla schiena, alla testa e testate in pieno volto e poi graffi sul viso e sulle braccia. A volte, aveva raccontato la donna, prendeva anche un bastone e un giorno, dopo averla picchiata, l’aveva spinta giù dalle scale. E, oltre alle botte, la violenza sessuale: lui, aveva raccontato la donna, le stringeva le braccia con forza, la immobilizzava, la gettava sul letto e qui, dopo averle strappato i vestiti, abusava di lei. Si torna in aula il prossimo 17 luglio per la sentenza.