In sostanza, è un cane che si morde la coda: la questione degli sfratti dalle case popolari di morosi colpevoli si è tradotta, questa mattina, in una manifestazione di alcune decine di persone dinanzi agli uffici dell’Atc. Tema che ha diviso gli animi di Comune, da una parte, e Atc dall’altra. In buona sostanza, ci sono 740 case occupate da morosi colpevoli, come decretato dall’agenzia territoriale per la casa: se il sindaco renderà esecutive le decadenze pronunciate più di 2000 persone rimarrebbero senza alloggio, se non lo farà, sarà Atc a rivendicare il pagamento del pregresso al Comune stesso. In entrambi i casi, si verrebbe a creare un grosso problema.
Fatto sta che per il momento la questione è sospesa in attesa di valutazioni ulteriori.
C’è caso e caso, secondo il presidente di Atc Giuseppe Genoni: “Gestire più da vicino i 700 inquilini per i quali è stata pronunciata la decadenza con un atteggiamento di rigore verso chi fa il furbo e, nel contempo, tendendo la mano a chi vive situazioni di fragilità e non ha gli strumenti per utilizzare le agevolazioni previste, come il fondo sociale. Ma nel frattempo, il supporto del Comune per accompagnare gli inquilini morosi verso processi virtuosi deve essere più incisivo, se è vero che c’è chi non paga pur potendoselo permettere, c’è anche ad esempio chi non fa domanda per il fondo sociale credendo di essere ‘moroso incolpevole’ o chi ha sottoscritto un piano di rientro ma poi ha smesso di pagare”.
Alla manifestazione ha presenziato anche il sindaco di Novara Alessandro Canelli: “L’amministrazione, per le proprie competenze, si è mossa all’indomani dell’insediamento. Per uscire da questa situazione estremamente grave sotto il profilo sociale, in primo luogo bisogna prendere atto del fatto che è inimmaginabile effettuare un numero così massiccio di sfratti, data la pericolosa ricaduta che questo avrebbe dal punto di vista della sicurezza pubblica. In secondo luogo, va considerato che la Legge regionale deve essere modificata perché, così com’è, non tiene in considerazione una serie di situazioni che rendono molto spesso colpevoli, per quanto riguarda le morosità, coloro che non lo sono nella realtà. Inoltre sia ben chiaro che non è più tollerabile un atteggiamento lassistico nella gestione e nell’amministrazione delle politiche abitative come quello che ha caratterizzato gli anni scorsi. Quindi, da oggi in avanti, coloro che possono pagare e non lo fanno verranno individuati e sfrattati. Sulla base di questi tre principi, insieme con Atc, Regione Piemonte nella persona dell’assessore Augusto Ferrari, con il quale mi sono confrontato più volte negli scorsi mesi, è stato individuato un possibile percorso che prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale chiamato ad affrontare puntualmente le situazioni caso per caso e in grado di poter comprendere realisticamente chi possa pagare effettivamente e chi no. Mi aspetto dalla Regione l’avvio dell’attività entro e non oltre quindici giorni da oggi”.
“Quello che serve non è certo una sanatoria – chiosa Gianfranco De Bartolo, del Comitato civico Case Popolari – è un controllo incrociato attuato con la Guardia di Finanza per capire la situaizone economica delle varie famiglie coinvolte: ci sono nuclei che non pagano l’affitto da anni e anni, eppure se si va a fondo si scopre che hanno wifi e Sky in casa: cifre che, se destinate altrove, potrebbero tranquillamente coprire l’ammontare dell’affitto mensile che, per moltissimi di questi nuclei famigliari, si aggira sulle poche decine di euro. Senza controlli di questo genere, non si può nemmeno ipotizzare un piano di rientro”.