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Novara

Caso San Rocco–Atc: aperta un’inchiesta, indaga la Finanza

Sulla vicenda che vede protagonisti il maxi condominio San Rocco e l’Atc, la Procura di Novara ha aperto un’inchiesta su cui sta lavorando la Guardia di finanza. E’ l’associazione dei condomini San Rocco a renderlo noto. Sotto la lente degli investigatori ci sono 600.000 euro di spese condominiali, su cui non solo i residenti vogliono vederci chiaro.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Francesca Celle, nasce da un esposto presentato dall’associazione San Rocco lo scorso mese di gennaio, corredato di 98 fotocopie su presunte anomalie amministrative. In attesa di eventuali sviluppi giudiziari, però, i residenti si ritrovano “in una situazione di stallo – spiega il presidente dell’associazione, Giuseppe Favatà, che a giugno è stato sentito per ben 9 ore dalle Fiamme gialle – con Eni che è creditrice di circa 192.000 euro di fatture non pagate per il riscaldamento erogato dalla centrale termica (risultata sconosciuta al catasto) e la mancata possibilità di nominare un amministratore di condominio. Inoltre risultano 200.000 euro di morosità da parte di inquilini, a cui non è mai stato presentato il conto”.

Al centro il presidente Favatà, con i consiglieri Adalgiso Vullo e Rosario Borruto: davanti a loro i fascicoli sulla gestione Atc, ora sotto la lente della Procura

“Sono 3 anni che non approviamo il consuntivo, perché ci sono una serie di punti interrogativi sulla gestione delle spese comuni – continua Favatà – Nel frattempo ci siamo svincolati dalla centrale termica, dotando ogni condominio di una propria caldaia. Almeno quest’inverno potremo usufruire del riscaldamento”.

Perché gli ex condomini popolari di San Rocco non hanno un amministratore? “Ne avevamo nominato uno, ma ha poi rifiutato il mandato proprio in assenza dell’approvazione del consuntivo. A settembre 2016 Atc ci aveva chiesto di ratificare l’esercizio 2015-2016, ma noi ci siamo opposti perché sarebbe stato un colpo di spugna su tutti i 10 anni di amministrazione Atc, su cui abbiamo una serie di dubbi – spiega il presidente – Successivamente Atc era andata in tribunale per farcene assegnare uno, ma poi non si è presentata all’udienza. Il giudice ha disposto una proroga straordinaria, dunque Atc è di fatto ancorail nostro amministratore”.

“Non avremmo mai voluto arrivare all’esposto – conclude Favatà – ma con questa amministrazione Atc, guidata dal presidente Genoni, non c’è mai stato dialogo. Abbiamo spedito 14 raccomandate, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. E ci è stato negato l’accesso agli atti, richiesto per fare delle verifiche sui conti. Non ci ha ascoltato nessuno, neppure l’assessore regionale Augusto Ferrari (delega alle Politiche sociali, ndr), il quale si è limitato a dichiarare la propria fiducia nell’operato del presidente Genoni. Ora aspetteremo i risultati sull’inchiesta della Procura e siamo pronti a costituirci parte civile. Questa vicenda interessa un intero quartiere: 392 famiglie, per un totale di circa 2.000 persone”.