Mentre altre regioni stanno cercando di fermare, facendo appello alla normativa, l’arrivo ormai costante di migranti sul proprio territorio, il Piemonte segue un’altra strada, quella dell’accoglienza sostenibile, prevedendo una sorta di mappatura e di piano regionale che individui le strutture che possano essere adibite all’ospitalità degli stessi. Non mancano gli arrivi dei profughi, anche in questi giorni, sul territorio piemontese, così come non mancano le preoccupazioni dei cittadini; la Regione sta elaborando un progetto tramite il quale organizzare la rete di accoglienza.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato ieri in consiglio regionale l’assessore alle Politiche migratorie Monica Cerutti – è quello di realizzare un Piano regionale che preveda l’individuazione di una o due strutture (Hub) che fungano per la primissima accoglienza dei profughi destinati al nostro territorio e che siano strettamente collegate con la rete regionale di accoglienza. È necessario superare il doppio binario tra Centri di accoglienza straordinaria (Cas) gestiti dalle Prefetture e accoglienza ordinaria (Sprar) della quale si occupano i Comuni. In questa fase è necessaria la massima trasparenza ed è per questo che abbiamo dato comunicazione dei dati di distribuzione dei profughi sui territori provinciali e inoltre abbiamo chiesto alle Prefetture l’elenco dei soggetti che gestiscono l’accoglienza“.
Il Piemonte non si sottrarrà agli impegni presi con il Governo, “sosterremo gli sforzi che ci vengono richiesti“.
Obiettivo: quello di arrivare ad un’accoglienza sostenibile: “Per noi è importante che chi opera in questo ambito lavori per una vera inclusione e in questa ottica la formazione degli operatori è fondamentale, questi non devono occuparsi solo di distribuire coperte o cibo – conclude l’assessore Cerutti – Un’accoglienza sostenibile è possibile. I dati ci raccontano una realtà che non è quella tracciata da chi vuole strumentalizzare l’argomento oppure dai media: l’anno scorso in Italia arrivarono 178.000 profughi mentre quest’anno a oggi sono 40.000, non ci troviamo dunque di fronte a un’invasione seppur non sottovalutiamo la difficoltà di garantire loro una sistemazione accettabile diffusa sul nostro territorio. Secondo i dati presentati la scorsa settimana a Expo dalla Caritas i migranti producono l’8.8% del prodotto interno lordo italiano, di questo dato non dobbiamo dimenticarci. Se tutti i 1.206 Comuni piemontesi si facessero carico, secondo le proprie possibilità, di una quota di profughi daremmo una risposta responsabile a ciò che sta diventando un’emergenza e in realtà dovrebbe essere un sistema di accoglienza strutturale“.