Chiedevano “tangenti” per dare lavoro agli immigrati, a processo. “Vuoi lavorare? Paga”, dicevano il caposquadra e il suo vice a decine di immigrati assunti in una cooperativa del polo logistico di Biandrate
«Vuoi lavorare? Paga». Non usavano tanti giri di parole, in base a quanto denunciato quattro anni fa da un gruppo di immigrati dipendenti di una cooperativa nel polo logistico di Biandrate, i loro colleghi italiani, superiori in grado: sia direttamente, che per il tramite di altri stranieri, avrebbero chiesto somme di denaro a cittadini egiziani, indiani e bengalesi come corrispettivo delle loro assunzioni a tempo determinato, indeterminato o del rinnovo di contratto. Somme fino a 3 mila euro nel caso delle assunzioni; qualcosina in meno (da 500 a 1.500 euro) per i rinnovi. Ma qualche volta, in mancanza di contanti, avrebbero accettato anche regalini come collane e anelli in oro.
Un ricatto fruttato qualcosa come 30 mila euro in ventiquattro mesi per cui ora sono chiamati in tribunale, a vario titolo imputati di estorsione, rapina e violenza privata, due quarantenni residenti in provincia, capo squadra e vice caposquadra nel reparto drogheria della cooperativa ora in liquidazione. In buona sostanza sono accusati di aver ricattato immigrati residenti a Novara, Recetto e anche in paesi di province vicine come Vercelli costringendoli a versare denaro per ottenere il tanto sognato posto di lavoro.
In qualche caso il caposquadra non sarebbe andato per il sottile. Per essere più convincente, vista la reticenza manifestata da qualche vittima delle estorsioni, avrebbe non solo minacciato un giovane egiziano («Può accaderti qualcosa di brutto, mi basta una telefonata ad amici napoletani»), ma anche mostrato delle armi tenute in casa: «Posso spararti o spazzare via te e la tua famiglia». Era il novembre del 2013 e l’immigrato preso di mira, un dominicano di 40 anni residente a Vercelli, era stato caldamente invitato a non dire nulla e a non fare denuncia, se non voleva passare dei guai: il suo capo l’avrebbe fermato per strada e gli avrebbe messo le mani al collo. L’episodio è stato denunciato nel 2015 quando la vicenda dei ricatti per le assunzioni era venuta allo scoperto ed erano partite le indagini.