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Novara

Claudio Bossi: “La bestemmia giustifica i seminatori di odio in un mondo privo di valori”

La Divina Commedia – Inferno (Canto quattordicesimo) Dante Alighieri: la punizione per i violenti contro Dio. Illustrazione di Gustave Dorè

Riceviamo e pubblichiamo:

“Dal dizionario della lingua italiana: bestemmia (be·stém·mia) sostantivo femminile – 1. Espressione ingiuriosa o imprecazione contro Dio e i Santi e le cose sacre. 2. estens. Affermazione priva di qualsiasi fondamento, grosso sproposito.”

In questi giorni l’asfittico confronto politico, soffocato da una parte da quel che resta del PD (ovviamente in larga misura popolato dai renziani della prima, seconda e terza ora) e quel che ne è di quel che fu la destra, soprattutto a Novara, ha trovato un lampo di inattesa vitalità in un’espressione, che potremmo definire un “fuori onda” del Sindaco Alessandro Canelli. Espressione certamente infelice di cui, peraltro, il Sindaco si è immediatamente scusato promettendo, da bravo ragazzo qual è, “di non farlo più”. Ora a prescindere dalle qualità umane e morali del Sindaco, sulle quali nessuno, ed io in primis, ha il potere di sindacare o sulla sua capacità di astenersi in futuro dal profferire simili espressioni (il dubbio potrebbe essere risolto solo dai posteri, mi pare interessante porre l’accento su due diversi aspetti di quello che, secondo me, è un problema che va ben oltre il deprecabile sfogo dovuto ad un momento di rabbia.

Il primo elemento lo traggo dalla saggezza popolare: un tempo nei Circoli, anche quelli rossissimi ed atei quali erano le “case del Popolo”, era esposto un cartello su cui si leggeva :” la persona educata non bestemmia”. Non bestemmia perché, come diceva mio nonno, se non credi in Dio imprechi contro l’inesistente, se ci credi imprechi nei confronti di un Essere Onnipotente” il che, francamente, non pare né utile né raccomandabile.

Ciò detto mi pare però che Alessandro, mi scuserà la confidenza, abbia con la sua espressione finito con il giustificare un sentimento, assai diffuso nel mondo, che può produrre effetti sgradevoli, particolari e difficilmente arrestabili. Si tratta di quel sentimento, di cui si cibano i seminatori di odio, che tende ad identificare l’Europa tutta, e con essa gli Europei, ma forse sarebbe più corretto dire l’intero mondo occidentale, con un mondo ormai privo di ogni valore comune di riferimento.

Un mondo privo di valori, incapace di ritrovarne di condivisi o almeno di accettati da tutti, anche senza che essi siano condivisi, è quanto di più fragile possa esistere.

Non solo è quanto di meglio si possa offrire alla propaganda estremista, cui consegnamo facili argomenti con cui aizzare i disperati alla ricerca della gloria di un Dio che non dimostriamo di non avere più, ma diventa manifestazione palpabile della nostra incapacità di rispettare quei valori che proponiamo quali indiscutibili ed inalienabili. Non si tratta di essere rinchiusi nei rigidi spazi del clericalismo o della religione di stato, ma di comprendere davvero da parte di chi ha grandi responsabilità, quali quelle che incombono su di un Sindaco o su qualunque altro esponente politico o pubblico, che i moti dell’animo e l’atteggiamento che essi provocano o inducono non sono fini a se stessi ma producono conseguenze.

Conseguenze che vanno ben oltre quelle che si potevano o dovevano prevedere.

Così come il dire “i politici sono tutti uguali, tutti ladri” ha aperto le porte, anzi i portoni ad un imperante e pericolosissimo populismo, così la bestemmia produce un effetto inatteso e certamente non voluto, almeno spero, dal Sindaco che è quello di manifestarci agli occhi degli altri quali nazione priva di valore.

E quindi quali uomini privati della possibilità d’essere oggetto di rispetto.

Spesso si sente parlare di rispetto dei valori del mondo occidentale, di necessità di difesa di questi valori, di bisogno di riscoprire le radici della cultura Europea molte volte indicate in quelle “Cristiane”. Credo si tratti di corrette riflessioni, soprattutto se fondate sulla necessità di confronto tra i valori assolutamente opposta allo scontro fra gli stessi, tolleranza contro intolleranza, rispetto contro indifferenza.

Si tratta però di argomentazioni che per assumere valore debbono essere necessariamente accompagnate da fatti concreti, da comportamenti coerenti, da espressioni consone.

L’espressione sfuggita al Sindaco non mi pare comportamento consono e coerente soprattutto, ma non solo, con questa esigenza indifferibile ed indiscutibile che attiene alla difesa dell’occidente come culla di valori condivisi e fondanti, rispettosa degli dei, o del Dio cristiano, così come del Dio degli Ebrei o dell’Allah musulmano. Nel rispetto dei valori di tolleranza e pluralismo che, mai come in questo momento, dobbiamo re- insegnare al mondo.

Per questo, caro Sindaco, tra i significati attribuiti al sostantivo bestemmia, ricollego al tuo comportamento soprattutto quello figurato: ovvero quella del “grosso sproposito”.

Claudio Bossi