Doverose ed attese arrivano le scuse del Sindaco di Novara Alessandro Canelli che, dopo l’imbarazzante scivolone di una bestemmia pronunciata nel corso dell’ultimo consiglio comunale e ripresa dalla diretta streaming a causa di un microfono lasciato aperto, ha decisamente rotto gli indugi, ammettendo l’errore senza riserve “Quando si commette un errore – scrive in un comunicato – bisogna avere il coraggio di ammetterlo. E’ per questo che mi devo scusare pubblicamente per l’espressione offensiva che mi è sfuggita in occasione della seduta del consiglio comunale”.
“Mi scuso con tutti, consiglieri comunali e concittadini: nessuno deve lasciarsi sfuggire, neppure involontariamente, un’espressione di quel tipo. Vi assicuro in tutta sincerità che mai avrei voluto pronunciare una frase che non rappresenta i principi nei quali credo. E soprattutto vi assicuro che un simile episodio non si ripeterà”.
Ma alle scuse segue poi l’affondo politico, contro un comunicato stampa di oggi del gruppo consigliare del Pd (leggi qui) sulla vicenda “Noto con stupore invece – scrive Canelli – che il solito comunicato stampa, parta da un’infelice espressione verbale per tentare di screditare l’attività e l’operato di un Sindaco e di una giunta che stanno lavorando quotidianamente per far crescere la città. Del resto, posso capire che non avendo motivazioni politiche per attaccarmi, devono per forza trovare altro”.
Nessun commento invece sull’episodio di dissenso interno alla maggioranza che è stato la causa scatenante di tutto il putiferio di queste ore. Ieri sera, nel corso di una riunione dai toni piuttosto accesi (non tutti i consiglieri peraltro erano presenti), una delle decisioni assunte sarebbe stata quella di delegare l’Assessore Silvana Moscatelli a tenere più stretti rapporti con il consiglio comunale. Se così fosse è facile immaginarne il motivo, posto che Moscatelli è notoriamente persona pacata e con una lunga esperienza politica alle spalle; certamente la figura più indicata in questa fase di turbolenze a sciogliere i nodi anche all’interno della maggioranza.