Covid e gestione sanitaria, per il sindacato “Catastrofica situazione”. Sciopero generale indetto per il 9 dicembre
Regione Piemonte e Governo sul bando degli imputati. Cigil, Cils e Uil, denunciano la situazione insostenibile a cui sono sottoposti gli operatori sanitari del nostro territorio, in particolare nel novarese.
Uno sciopero generale è stato indetto dai sindacati del Pubblico Impiego (CGIL, CISL e UIL) per l’intera giornata o turno di lavoro di mercoledì 9 dicembre.
La decisione arriva al culmine dell’insofferenza patita soprattutto dal personale sanitario, che già sottoposto a pressioni e condizioni durissime durante la prima fase della pandemia, attendeva che in previsione di una possibile seconda ondata, i principali nodi mai affrontati in precedenza, giungessero finalmente al pettine.
In un comunicato stampa molto duro, Cgil Funzione Pubblica Novara e Vco, denuncia “la colpevole difficoltà in cui versa la Regione Piemonte con le conseguenti ricadute negative sul territorio novarese” perchè se è pur vero che sono stati attivati 11 nuovi nuclei dedicati al Ccovid all’interno del AOU Maggiore di Novara: “muri e spazi si creano giornalmente per far fronte al numero crescente di pazienti che arrivano dal DEA, ma ovviamente il vero problema non sono i muri ma la mancanza di personale”.
Il quadro dipinto dal sindacato è a tinte alquanto fosche, perchè a fronte di “infermieri che si licenziano per aziende che chiamano a tempo indeterminato” le nuove assunzioni faticano. Nel suo comunicato, Cgil affronta anche il tema dei neo laureati gettati nella mischia: “90 infermieri laureatisi in anticipo presso l’Università di Novara, mandati per necessità un po’ allo sbaraglio; difatti la formazione di un infermiere di area critica richiede almeno 6 mesi e 1 mese per i reparti base”.
Per il sindacato, ci sono precise responsabilità politiche, a partire ovviamente dall’ente che ha in capo la gestione sanitaria, con almeno tre punti critici sottolineati:
1) “La Regione, avocando a sè la gestione del flusso dei pazienti in dimissione, ha commissariato di fatto le aziende locali con la conseguenza che le strutture che erano state individuate nel novarese per la dimissione dei pazienti non complessi, sono state utilizzate per decongestionare la città di Torino”.
2) “È chiaramente evidente che non è stato previsto dalla Regione un piano organico e che manca completamente la connessione con il territorio. Le strutture del Sisp non solo hanno perso la capacità di fare tracciamento, ma hanno anche difficoltà a segnalare ai pazienti positivi l’isolamento ma soprattutto la sua fine, così ci si può trovare ad essere guariti e a non poter rientrare nel tessuto produttivo”.
3) “Le USCA durante l’estate non sono state potenziate e i medici di base, pochi e spesso anziani, faticano a fare da collegamento fra il domicilio e l’ospedale. La Regione è miope e non considera le varie realtà territoriali, ed è altrettanto evidente sia la propria mancata programmazione e organizzazione dei territori come la situazione catastrofica della sanità piemontese tutta al pari di quella di Novara e del Verbano Cusio Ossola”.
In conclusione, non manca anche una stoccata anche per il Governo, per “l’insufficienza delle risorse che ha messo sul rinnovo dei contratti nazionali pubblici” con Cgil, Cils e Uil che rivendicano “pari dignità ed equità salariale per tutte le varie figure professionali sanitarie che si sono battute nell’affrontare il Virus. Questo sarebbe il segno di rispetto per coloro che da sempre sono la prima linea”.