Di malaria si può morire: “la prevenzione è la prima arma”. I consigli dell’Ordine dei Medici per chi affronta viaggi nei paesi a rischio
L’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara vuole ricordare, attraverso la propria consigliera, la pediatra di libera professione Cristina Gigli, la pericolosità della malaria soprattutto per i bambini e soprattutto per chi si reca in paesi a rischio.
“Merita di sapere – spiega la dottoressa Gigli – che, se l’Italia oggi non è più Paese malarico (l’Oms l’ha dichiarato libero da malaria nel 1970), gli abitanti devono comunque prenderla in considerazione quando decidono di fare un viaggio in Paesi a rischio di malaria, sia come turisti, sia per ricongiungimenti familiari. La popolazione sul suolo italiano negli ultimi anni è formata anche da persone che sono nate e cresciute in Paesi endemici di malaria e sono quindi sopravvissuti alla malattia: ma i loro figli nati in Italia, no. La percezione della pericolosità della malattia e di tutte le malattie in genere, purtroppo si perde con l’allontanamento delle sue conseguenze e porta a sottostimarne i rischi”. La malaria è una malattia parassitaria trasmessa da una specie di zanzara che pungendo una persona infetta, trasmette il parassita nel sangue di un’altra persona, quindi, la trasmissione è tra umani. Inoltre, le forme di malaria non sono tutte uguali e solo una può portare a morte. Chi affronta un viaggio in zone malariche deve rivolgersi al proprio medico o ai Servizi della Medicina del Viaggiatore che ogni Asl mette a disposizione.
“La profilassi per prevenire la malaria deve iniziare già prima del viaggio, durare nel Paese e continuare al ritorno (importante seguire bene le indicazioni di terapia), a volte la discontinuità della terapia porta alla sua inefficacia con esiti mortali – aggiunge la pediatra – Questa profilassi deve essere ripetuta tutte le volte che si affronta il viaggio in zone a rischio. Anche questa volta quindi dobbiamo fare prevenzione perché è la sola arma che abbiamo per salvare la vita, sia che si tratti di vaccinazione per le altre malattie, che di profilassi per la malaria, e inoltre fare informazione”.