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Novara

Disabili: quale futuro dopo le superiori?

Quale futuro per i ragazzi disabili dopo la fine degli studi alla scuola superiore? Sulle teste delle famiglie si apre un grosso punto interrogativo, a cui cerca di dare risposte il progetto “Non uno di meno” della Provincia di Novara, finanziato tramite il bando “Vivo meglio” della Fondazione Crt.

Il progetto, attivato dagli assessorati all’Istruzione e alle Pari opportunità, è rivolto a 50 studenti e ad altru 6 ragazzi già diplomati. Per tutto il 2018, in orario scolastico, potranno seguire dei corsi di giardinaggio all’istituto agrario Bonfantini, un laboratorio artigianale alla cooperativa Prisma e un corso di musicoterapia e danza tramite i Servizi sociali del Comune di Novara. Inoltre saranno attivati dei tirocini formativi, grazie ai quali percepiranno un’indennità mensile di 300 euro. Nelle attività è previsto anche il coinvolgimento delle agenzie formative.

Da destra: Ticozzi, Noro e Allegra

“L’obiettivo – spiegano le consigliere all’Istruzione Milù Allegra e alle Pari opportunità Laura Noro – è dare loro delle opportunità per acquisire delle competenze professionali, che possano spendere nel mondo del lavoro”. Anche se “purtroppo i ragazzi affetti da disabilità gravi, soprattutto mentali, molto spesso le aziende preferiscono pagare le penali piuttoso che assumerli nella categorie protette – ammette il dirigente scolastico dell’Omar Franco Ticozzi – Per questo è necessario agire in questo campo, a partire dalla scuola”. Il progetto, infatti, coinvolge anche altri istituti superiori: Fauser, Nervi, Bellini, Ravizza e Bonfantini; quest’ultimo ha collaborato anche alla stesura per la partecipazione al bando.

Sul territorio della provincia di Novara sono circa 400 gli alunni disabili, 150 dei quali sono seguiti anche dagli assistenti sociali della Provincia, oltre che da insegnanti di sostegno. Il progetto “Non uno di meno” sarà attivato con 12.000 euro provenienti dal bando, a cui si aggiungono 5.000 euro per i tirocini formativi, provenienti dai fondi della legge regionale sulla discriminazione e dai fondi per l’assistenza.