Diciassettemilacinquecento e centotrentatrè! Tranquilli, non stiamo dando i numeri! Piuttosto, i numeri, ce li siamo fatti raccontare. Sono quelli del nuovo Faraggiana (clicca qui per il sito): 17500 spettatori per 133 giorni complessivi di apertura del rinnovato teatro, che ha rialzato il sipario soltanto il 20 ottobre scorso. Una media di 350 spettatori a serata, su una capienza totale di 460 posti a sedere. Per gli addetti ai lavori cifre da capogiro. Per gli artefici di questa sfida, ovvero un gruppo di battaglieri professionisti del mondo dello spettacolo – ma non solo – sostenuti a furor di popolo da un movimento d’opinione che ha avuto altri rari esempi in città (quasi sempre nel settore sportivo), un risultato ben oltre ogni più rosea aspettativa.
“Alle volte guardo e riguardo queste cifre per essere sicuro – dice Vanni Vallino che della Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana è il presidente – vorrei darmi un pizzicotto… Ma i risultati sono questi, non si scappa!”. Sorride, sornione… “Avevamo fatto alcune previsioni prima di buttarci in quest’avventura – confessa – ma siamo ben oltre. Le maggiori soddisfazioni arrivano dal teatro e qui debbo dire che ne eravamo certi”.
Eppure i dubbi, i timori, all’inizio erano tanti, accompagnati dalla consapevolezza di vivere l’esperienza straordinaria di un teatro classicamente strutturato che torna in vita, peraltro in un periodo di crisi nel quale la drammatica carenza di risorse – soprattutto pubbliche – porta, sovente, a ridimensionare le attività nel settore culturale “Ci rendiamo conto di rappresentare un fatto anomalo – dice Vallino – tanto è vero che spesso radio e tv nazionali ci cercano per raccontare di questa esperienza. Beninteso: abbiamo appena cominciato, cifre, numeri e conti debbono essere confermati, c’è ancora molto lavoro da fare… Ma siamo sulla strada giusta”.
Siamo in platea, dove ci sono le nuove poltroncine rosse; davanti a noi il palcoscenico sul quale si muovono, silenziosi, attrezzisti, tecnici delle luci e del suono, scenografi… E pensare che solo un anno fa l’idea era quella di farlo sparire quel palco: sventrare il teatro e realizzarci una multisala! Un’idea appena abbozzata dall’amministrazione comunale di allora, che sollevò un moto di protesta in città, scaturito poi nel ritiro di quel progetto e nell’indizione di un bando di gara per la gestione del “cinema-teatro” Faraggiana… Un palcoscenico salvato! Il che non rappresenta solo un fatto culturale o sentimentale, ma anche una risorsa per la città, con un non trascurabile aspetto economico: perchè questa realtà è in effetti una macchina complessa attorno alla quale si muovono figure professionali (artisti, ma anche tecnici, elettricisti, maschere…) per le quali il Faraggiana rappresenta certamente un’opportunità “Aspettiamo di farci un po’ le ossa sotto il profilo economico – ammette Vallino – attendiamo alcune conferme… Ma il prossimo obiettivo è quello di consolidare le professionalità presenti”.
Le entrate, oltre che dai biglietti, derivano dai contributi, soprattutto delle fondazioni bancarie (San Paolo in primis) e dalla partecipazione ai bandi di finanziamento pubblico: “Abbiamo dedicato molta attenzione a quest’ultimo aspetto e fra noi c’è una persona che se ne occupa quasi a tempo pieno. Quella del Teatro Faraggiana è una fondazione di partecipazione: oggi conta sull’apporto di 40 soci. Poi ci sono i sostenitori, ovvero persone che hanno offerto contributi pure significativi e che alle volte non vogliono nemmeno essere citate. Quest’ultimo aspetto ci ha fatto molto riflettere su quel che stiamo facendo: perchè vi sono persone che hanno versato 2000 euro senza avere nulla in cambio, il che significa che questo teatro è circondato da tantissimo affetto!”.
Se è l’attività teatrale è il fulcro di questa realtà, il cinema offre comunque molte opportunità “E’ un settore che vogliamo sfruttare meglio, perchè ci sono ancora spazi – dice Vallino – cerchiamo di fare una politica che tenga conto di due aspetti: da un lato la qualità, dall’altro gli incassi. Qualcuno ci ha mosso qualche critica ma occorre essere anche un po’ realisti: l’offerta non può essere solo rivolta ad una nicchia di spettatori, non solo. Certo non proiettiamo i cinepanettoni… Però ci sono molte pellicole di qualità che attraggono un pubblico numeroso e diversificato: ho calcolato che nelle ultime due domeniche abbiamo fatto più spettatori delle multisala della nostra zona!”.
Fra i progetti che Vallino cita c’è “La città in scena”: “Partendo dallo spirito con cui è nata questa iniziativa della fondazione vogliamo far salire sul palco gli esponenti delle professioni e dei mestieri della città: lo faremo con spettacoli, presentazioni, eventi… L’ambizione è quella di rappresentare Novara, le sue eccellenze, i suoi personaggi…”.
Una delle perplessità della vigilia era la coesistenza di questo con l’altro teatro cittadino, il Coccia “Pur essendo anche il Faraggiana una realtà importante, direi che ci sono differenze di fondo che consideriamo positive, perchè garantiscono spazio a tutti: questa è una sala più piccola, direi più informale, con costi di gestione più bassi. Ne consegue che la tipologia di spettacoli che offriamo noi è diversa e non c’è concorrenza, anzi, semmai stiamo lavorando ad alcuni progetti di collaborazione”. Anche la collocazione “fisica” del Faraggiana, in centro – ma non troppo – comunque nei dintorni di una zona “delicata”, come quella della stazione ferroviaria, è un ulteriore elemento di favore “I commercianti della zona sono contenti: intanto perchè la gente che va a teatro o al cinema rappresenta una potenziale clientela e poi perchè le nostre luci, sempre accese fino a tarda sera, ravvivano tutte la zona, la rendono più sicura… All’inizio erano in pochi quelli che venivano a vedere l’ultimo spettacolo serale… Ora sono in continuo aumento e questo è certamente un dato sul quale riflettere”.
L’unico neo, ad oggi, è rappresentato dall’età degli spettatori: “I giovani sono ancora pochi purtroppo – si rammarica Vallino – anche se noi facciamo moltissime attività con le scuole e cerchiamo di portare titoli che possono piacere alle diverse generazioni. Bisogna educare di più i giovani a frequentare il teatro ed anche su questo aspetto abbiamo in cantiere molti progetti interessanti come l’iniziativa “I visionari””.
Ma, come dicevamo all’inizio “C’è ancora tanto da fare – conclude Vallino – Ad esempio abbiamo molti obiettivi sulla convegnistica e sugli affitti-sala perchè qui abbiamo attrezzature nuove, un impianto luci all’avanguardia, un’acustica straordinaria… Mantenere in vita il teatro costa e tutte queste iniziative contribuiscono all’obiettivo finale! Non si può mollare un attimo… “.