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Novara

Finanziamenti illeciti, chiuse le indagini su Sozzani

Finanziamenti illeciti, chiuse le indagini su Sozzani. La procura di Milano ha depositato migliaia di atti dell’inchiesta su tangenti, appalti pilotati, mazzette fra politica e mondo dell’imprenditoria, per la quale a maggio c’erano stati 43 arresti

La procura di Milano ha chiuso le indagini della tranche principale dell’operazione «Mensa dei poveri», con la quale aveva scoperto un giro di mazzette, finanziamenti illeciti e appalti pilotati fra politica e mondo dell’imprenditoria lombarda e piemontese. Un’indagine per la quale a maggio c’erano stati 43 arresti e fra questi la richiesta di domiciliari per il parlamentare novarese di Forza Italia Diego Sozzani, richiesta respinta di recente dalla Camera.
Nella mole di documenti depositati dagli investigatori, migliaia e migliaia di pagine, anche gli interrogatori di altri indagati che hanno parlato di Sozzani e confermato alcune delle accuse nei suoi confronti, in particolare quella di aver ricevuto un finanziamento illecito da 10 mila euro per le politiche del 2018. Ha dichiarato l’imprenditore Daniele D’Alfonso, titolare di una ditta di bonifica, in uno dei suoi tanti interrogatori: «Le modalità di pagamento mi vennero indicate prima da Nino Caianiello e poi da Sozzani, che mi mise in contatto con Mauro Tolbar». Caianiello è il ras gallatarese dei voti di Forza Italia in Lombardia; Tolbar, invece, collaboratore dello studio tecnico di Sozzani a Novara: l’uomo è ritenuto un collettore di tangenti. Ancora D’Alfonso: «Spiegai a Sozzani l’operatività della mia ditta, Caianiello mi disse però che dovevo “dare una mano” a Diego, che in quel momento era impegnato nella campagna elettorale, e fu sempre Caianiello a quantificare in 10 mila euro la somma del finanziamento poi erogato».
D’Alfonso ha ammesso che «è corretta la ricostruzione dell’ordinanza di custodia cautelare» sul presunto finanziamento illecito quantificato in 10 mila euro, avvenuto mediante il pagamento (con bonifico bancario) di una falsa fattura.
Inoltro, secondo D’Alfonso, fu sempre Sozzani a metterlo in contatto con Andrea Gallina, ex amministratore delegato di Acqua Novara Vco, «dicendomi che lui era un suo uomo, nel senso che lui era particolarmente vicino nonostante fosse della Lega». L’accordo con Gallina (anche lui già arrestato a maggio e poi scarcerato), ha messo ancora a verbale l’imprenditore lombardo, «era di ampio raggio» perché riguardava anche «altri futuri affidamenti da parte della municipalizzata».
Resta aperto un secondo filone che vede indagato il parlamentare novarese per corruzione.