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Novara

Formaggio con il latte in polvere? Oleggio dice “no” e Slowfood lancia una petizione

A fronte della scelta della Commissione europea di modificare la legge italiana che proibisce l’uso del latte in polvere per fare formaggi, insorgono le associazioni di categoria e la protesta si amplia anche nel Novarese. Territorio del quale fa parte Oleggio, “Città del Latte”, culla dell’allevamento e della produzione di latte e prodotti caseari.

Condividiamo la protesta degli allevatori di Coldiretti. Consentire la produzione di formaggi fatti senza il latte è vergognoso e inaccettabile: Oleggio, Città del Latte, dice no a un provvedimento che danneggia le imprese, soprattutto del nostro territorio e inganna i consumatori”. Così tuona il sindaco Massimo Marcassa:E’ fondamentale difendere la legge che da oltre 40 anni garantisce all’Italia primati a livello internazionale nella produzione casearia anche grazie al divieto all’utilizzo della polvere al posto del latte. Il superamento di questa norma provocherebbe l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini Made in Italy”.

A Oleggio il latte è uno di quei prodotti che hanno fatto la storia di questo territorio. Da secoli, agricoltura ed allevamento costituiscono due settori fondamentali e nevralgici intorno a cui gira l’economia locale.

La zootecnia – prosegue Marcassaha sempre costituito una distinzione d’eccellenza delle nostre imprese agricole: se esse dovessero venire a mancare, l’impatto economico, sociale e identitario sarebbe gravissimo. Ed è un rischio concreto: con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro, come ha ribadito Coldiretti, è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt. Il nostro latte va valorizzato attraverso un deciso cambio di rotta che ne premi la territorialità e la destinazione per produrre formaggi fortemente identitari per il territorio; troppo spesso, infatti, vengono proposti agli allevatori contratti con prezzi inaccettabili, che non danno prospettive di futuro e di sviluppo alle imprese”.

Alla protesta della Coldiretti e delle istituzioni, si aggiunge anche quella di Slowfood che lancia una petizione per frenare il tentativo dell’Europa di convincere l’Italia ad autorizzare il latte in polvere per la produzione di formaggi: “Il latte in polvere non è nocivo per la salute – sostiene Slowfoodma il suo utilizzo per produrre formaggi ha un unico risultato: aumentare i profitti dei giganti dell’industria casearia, omologando un prodotto che dovrebbe nascere dalla biodiversità dei latti, degli animali, dei territori. Se l’Italia ammettesse la produzione di formaggi anche con latte in polvere non farebbe altro che aumentare la confusione dei consumatori, penalizzando ulteriormente i produttori virtuosi. Non facciamo un passo indietro su qualità e sostenibilità. Anzi, facciamo un passo avanti e chiediamo a tutti i paesi europei di affermare un principio molto semplice: il formaggio si fa con il latte“.