Nella settimana trascorsa si sono incrociati per la cronaca locale i destini, uguali ma opposti, di Stefano Albeltaro amministratore di numerosi condomini in città, all’epoca dei fatti contestati contitolare in società con altra professionista e di Antonino Princiotta, Direttore e Segretario Generale della Provincia di Novara, ente tuttora presieduto dal neo-eletto consigliere regionale Diego Sozzani.

Antonino Princiotta
Per il primo, Princiotta, arrivano i segnali, che non sembrano essere positivi per l’interessato, di mancato accoglimento della richiesta di scarcerazione inoltrata dai legali della difesa.
Per il secondo, Albeltaro, è stata rigettata opposta analoga richiesta avanzata dalla Procura di Novara, di trasformare, invece, in custodia cautelare presso il carcere, gli attuali arresti domiciliari. Va da sé che nel frattempo i legali dell’amministratore hanno inoltrato richiesta di revoca degli stessi domiciliari.
Nel caso Princiotta a condurre le indagini la D.D.A. Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. L’inchiesta è nata da accertamenti svolti sulle attività di un impianto che sarebbe risultato essere di fatto un centro di «ripulitura soltanto formale» dei rifiuti. Un macchinario per il trattamento di rifiuti speciali – detto desorbitore termico mobile – che necessitava tuttavia, per essere utilizzato, di una specifica certificazione da parte della Provincia di Novara. Le indagini hanno portato gli investigatori a sostenere che i titolari dell’azienda proprietaria del macchinario, corrompendo il segretario generale dell’ente locale (già imputato a Monza nel processo sul cosiddetto «Sistema Sesto» che vede protagonista Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano, di cui dal 2004 al 2009 Princiotta fu segretario generale) avrebbero ottenuto la certificazione necessaria, in cambio di una somma di 60 mila euro. Documentazione che poi avrebbe consentito loro di accedere ad un finanziamento pubblico di tre milioni.
E’ della Procura della Repubblica di Novara, invece, il fascicolo a carico di Albeltaro, cui vengono contestati i reati di appropriazione indebita, truffa, falso e furto aggravato nella gestione condominiale di svariate abitazioni di numerose famiglie novaresi. Il provvedimento è arrivato a distanza di qualche mese dalle prime denunce degli inquilini: la vicenda infatti esplose a gennaio, quando Italgas, su ordine di Eni, iniziò a piombare, uno dopo l’altro, diciassette palazzi amministrati da Albeltaro. L’indagine si è poi estesa alla quasi totalità dei condomini gestiti, circa una settantina. Intervenì allora addirittura il Comune di Novara con apposita ordinanza a firma del Sindaco Andrea Ballarè che aveva l’obiettivo dichiarato di ovviare ai disagi dei condomini, che comunque permangono tuttora.
Due inchieste, due destini incrociati a filo doppio nelle pagine di cronaca locale (ma non solo locale). Si potrebbe trattare di due storie di ordinario malcostume…
Nulla di nuovo sotto il sole? A voler ben guardare qualcosa di nuovo c’è e sta nell’apparente apatia che sembra essere calata in città, nella capacità della nostra comunità di assorbire i colpi e di “lasciar scorrere” anche le vicende più gravi, quelle di cui non si trova memoria nelle cronache recenti… Eppure in ambedue i casi è proprio l’interesse collettivo (sempre che ovviamente i fatti contestati siano confermati) ad essere messo a dura prova.
Sia sotto forma di una autorizzazione concessa per lo smaltimento di rifiuti in barba alla legge (con tutte le implicazioni ambientali del caso), sia per l’appropriazione di denaro di famiglie o di denaro pubblico (e quindi ancora bene proprio della comunità).
Eppure, se si considera la gravità di quanto sopra la reazione della città è stata blanda, molle, scontata… Nessun commento al di fuori della cronaca, nessuna presa di posizione intransigente da parte di un’intera classe dirigente – e non ci riferiamo ovviamente solo a quella politica – nessuna azione eclantante…
In attesa di conoscere la definitiva conclusione di queste due, invero brutte storie, forse smorzate proprio perchè non a caso maturate in ambienti ovattati, a Novara “tutto scorre”, scivola via…
E che sia questo un pregio oggi, è davvero ancora tutto da dimostrare.
ANDREA AGUYAR