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Inchiesta mazzette, Gallina risponde alle domande dei pm

Inchiesta mazzette, Gallina risponde alle domande dei pm. Nuovo interrogatorio a Milano per l’ex amministratore di Acqua Novara e Vco, cui è stato chiesto anche di chiarire i suoi rapporti col parlamentare Sozzani

 

Andrea Gallina, il novarese ex amministratore delegato di Acqua Novara e Vco, fra i 28 arrestati nella maxi inchiesta della Dda di Milano su un vasto sistema di mazzette e appalti truccati, mercoledì pomeriggio ha accettato di rispondere alle domande dei pm in un interrogatorio, assistito dall’avvocato Mario Monteverde. E’ ai domiciliari per corruzione e turbativa d’asta. Gli sono state fatte domande anche sui suoi rapporti col parlamentare Diego Sozzani, di Forza Italia, e avrebbe riferito che sono soltanto amici e che non hanno commesso alcun illecito assieme. Su Sozzani è ancora pendente la richiesta di arresti pendente alla Camera in attesa che si pronuncia la Giunta per le autorizzazioni a procedere.

Stando alle indagini, Gallina avrebbe fatto vincere all’imprenditore milanese Daniele D’Alfonso, finito in carcere anche con l’aggravante di aver favorito la «ndrangheta», un appalto per il «servizio di spurgo condotte fognarie-pulizia vasche degli impianti del servizio idrico» in cambio di una promessa di mazzette.

Ieri intanto è stato scarcerato proprio il «braccio destro» di D’Alfonso, Matteo Di Pierro (è imputato anche assieme a Gallina per turbativa), il quale, come scrive il gip Raffaella Mascarino, «in plurimi interrogatori» ha descritto «in maniera puntuale e analitica anche il contributo alla commissione» dei reati, «fornito dai correi», ossia da altri arrestati.

Secondo l’accusa, invece, Gallina avrebbe accettato la promessa di D’Alfonso di ottenere una somma di denaro «allo stato imprecisata, suddivisa in tranches mensili da 2 mila-3 mila euro» con un sistema di fatture false per operazioni inesistenti. Sempre stando agli atti delle indagini, D’Alfonso e Di Pierro, come concordato con Gallina, avrebbero consegnato a quest’ultimo, lo scorso marzo, «un foglio» denominato «la traccia», contenente «i requisiti» che dovevano «essere inseriti in un bando di gara di imminente uscita al fine di favorire la Ecol-Service srl nell’aggiudicazione della stessa».