Anche questa volta, i revisori dei conti non sono stati così clementi nei confronti della giunta comunale di Novara.
Passati i 60 giorni dall’arrivo della famosa pronuncia della Corte dei conti (quella pronuncia accuratamente tenuta nascosta per una settimana ai consiglieri comunali, sia di opposizione che di maggioranza), l’amministrazione è chiamata a presentare una relazione ai magistrati contabili per rispondere con azioni concrete alle osservazioni arrivate da Torino e contenute in una dura relazione suddivisa in una decina di nodi “caldi”, su cui si chiedevano chiarimenti e procedure di risoluzione.
Ma la delibera 173 del 25 maggio 2015 “Deliberazione Corte dei Conti sezione regionale di controllo. Proposte di provvedimenti”, non convince per niente il collegio dei revisori che fanno presente come “alcune proposte di provvedimenti appaiono generiche. Il Collegio ritiene indispensabile che gli organi preposti ai controlli interni effettuino verifiche mirate agli obiettivi prefissati, riportarne dettagliatamente il grado di raggiungimento nei report che, vista la delicatezza e l’importanza dei provvedimenti da adottare, si ritiene debbano essere trasmessi con cadenza trimestrale”.
I revisori concludono rilevando inoltre che “è scaduto il termine (60 giorni) per l’invio alla Corte dell’atto contenente i provvedimenti da adottare. Si invita l’amministrazione ad un puntuale rispetto dei termini di legge”.
I punti contestati dalla corte di Torino riguardavano la grave situazione di cassa, l’inesigibilità del credito di Acque N0vara e Vco (un milione 700 mila euro), esprimendo al contempo forti perplessità sulla sostenibilità – da parte dell’ente – dell’indebitamento. Dito puntato anche sulla bassa riscossione delle entrate e su gravi ritardi nell’esecuzione di diverse opere pubbliche.
Le risposte e le azioni annunciate dalla Corte dei Conti, per la seconda volta in poco tempo, non hanno convinto i revisori del Comune che, dopo essersi dissociati dalla scelta del sindaco di non comunicare al consiglio l’arrivo della pronuncia, anche stavolta hanno preso le distanze, invitando a fornire soluzioni più tangibili circa il cambio di rotta che dovrebbe essere in atto nelle asfittiche casse di Palazzo Cabrino.
In particolare, i revisori si riferiscono al punto in cui la delibera elenca le azioni volte al miglioramento dell’equilibrio finanziario: priorità alle opere finanziate da terzi e a quelle previste per 2015 e 2016, incassare le sponsorizzazioni prima della realizzazione dell’opera o dell’evento (è stato rilevato infatti che diverse sponsorizzazioni “promesse” non sono state in realtà incassate dal Comune), sollecitare gli enti all’erogazione delle entrate annunciate, incentivare il recupero delle entrate attraverso appositi nuclei, contenere la spesa corrente e tenere sotto controllo regolarmente la situazione finanziaria…
Una serie di azioni considerate, però, “troppo generiche” dal collegio dei revisori che, ancora una volta, non risparmia richiami sull’attività e sulle azioni legate all’aspetto finanziario dell’amministrazione guidata dal sindaco Ballarè.