“Spaventati? Colpiti? No scusi lei come si sentirebbe se scoprisse che una delle prime persone espulse dall’Italia, dopo quello che è accaduto a Parigi è un suo vicino di casa?”.
Effettivamente la domanda non è banale! La signora con cui parliamo, non di origine italiana, abita in una delle case popolari di via Morazzone a Novara. Era fra i vicini di Ben Salah Ben Sadok, il tunisino colpito da un provvedimento di espulsione del Ministero degli interni, assunto dopo l’emergenza terrorismo seguita ai fatti di Parigi, con l’uccisione dei giornalisti del periodico satirico Charlie Hebdo.
Ufficialmente l’uomo, con la moglie, risiedeva a Romentino “A Romentino? Non so… Io l’ho visto qui e poi la moglie è sparita il giorno dopo”. La moglie, Amel, è stata la prima donna mussulmana a Novara multata per aver indossato il velo integrale, in ottemperanza all’ordinanza emessa dall’allora sindaco Massimo Giordano.
“L’appartamento credo sia assegnato regolarmente, ma l’affittuario è andato all’estero per lavoro da molto tempo. Poi sono arrivate queste persone… Queste sono le voci che girano fra i vicini… Dubito che l’Atc abbia assegnato a loro l’alloggio”…
Ancora via Morazzone, altro civico “Il mio vicino di casa è titolare del contratto con l’Atc… Ma si è trasferito in Inghilterra diversi mesi, dopo essersi separato dalla moglie. Torna solo quando ci sono delle formalità burocratiche. In verità in quell’appartamentro non sappiamo esattamente chi ci vive. Sono molti, pare di origine ghanese. Alle volte, la sera, è un continuo andirivieni di gente. Sempre facce diverse… I controlli? Ma chi controlla qui? Noi non sappiamo chi vive accanto, potrebbero essere le persone migliori o le peggioni… Certo non regolari”.
In una Novara che ha fame di case, fra sfratti e contenziosi per morosità, si sentono anche storie come questa…
Fra gli alloggi popolari ci sono però anche “scale” che sembrano gioiellini, per cura ed attenzioni “Lei direbbe che questa è una casa popolare? Imbiancatura di fresco, lavori di manutenzione, attenzione alla raccolta differenziata – dice uno dei capiscala storici il cui appartamento è lindo, lustro e profumato da mettere quasi in soggezione. Una di quelle case dove ti vien voglia di chiedere se hanno ancora in giro le vecchie “pattine”, così da non lasciare segni – avevo anche piantato le rose in giardino… Poi me le hanno strappate tutte! Noi teniamo molto al decoro, viviamo nelle case popolari ma non per questo non sappiamo vivere con dignità. Infatti la nostra scala è pulitissima e siamo molto attenti a rispettare gli spazi comuni… Il problema è che in questa zona ci sono situazioni ben diverse dalla nostra, dove girano persone di tutti i tipi. Nel mio ruolo di caposcala spesso ricevo lamentale e segnalazioni che puntualmente giro all’istituto. Appartamenti occupati da non si sa chi, spese mai pagate, affitti… lasciamo stare! E poi degrado e sporcizia… Ma non interviene mai nessuno! Però non è raro che l’Atc ci chieda il pagamento per lavori eseguiti negli spazi comuni ed ogni volta sono discussioni”.
L’assessore alla Casa del Comune di Novara Sara Paladini aveva annunciato un giro di vite sul tema dell’abusivismo: tre mesi fa, nel corso di una conferenza stampa aveva comunicato la riduzione del numero degli abusivi, anche grazie alla creazione di un apposito nucleo di polizia locale.
“Poi però non è accaduto più nulla – dice Gianfranco De Bartolo del Sindacato inquilini Sunia – Durante un incontro in Prefettura si era concordato che entro il mese di gennaio dieci abusivi avrebbero dovuto lasciare gli alloggi. Ma ad oggi sono ancora lì. Atc ha un regolamento condominiale che di fatto non viene rispettato: questo suddivide gli inquilini morosi in due categorie ovvero quello che non pagano perché sono in stato di grave necessità, sono i cosiddetti “incolpevoli” e quelli che invece non pagano semplicemente perché non lo vogliono fare. Vi sono inquilini che pur avendone la possibilità non pagano, non hanno mai pagato nulla e sono lì da anni”.
Ci sono poi anche situazioni particolari che Sunia ha da tempo denunciato anche pubblicamente “C’è il caso del medico che abita in via Tarantola – dice De Bartolo – secondo noi non ha un reddito tale da giustificare l’assegnazione di un alloggio popolare, perché il massimo previsto è di 28 mila euro annui… Ma evidentemente nessuno interviene”.
“Giro vite? Noi sappiamo di abusivi che se ne sono andati per i fatti loro, come in via Bonzanini e Via Calvari. Degli altri dieci che avrebbero dovuto uscire con il mese di gennaio, come detto, non ne abbiamo più saputo nulla. In compenso, la scorsa settimana, due camion dell’Assa hanno liberato il parcheggio interno di uno stabile di Via Bonzanini da tutto il materiale che era stato depositato lì: persino auto, sanitari, materiale di risulta di lavori vari. Ora è tutto pulito… Da quando tempo era lì? Mah, Forse 18 anni…”.