Novara: un terzo dei medici segnala violenze e minacce. Il dato emerge dal questionario distribuito dall’Ordine; sono le donne i medici più a rischio
Più di un terzo dei medici novaresi è rimasto vittima di episodi di violenza; e di questi, più della metà sono donne. E’ il dato emerso dai questionari che qualche settimana fa erano stati distribuiti ai “camici bianchi” novaresi per sondare l’incidenza del fenomeno nella nostra città, sull’onda di quanto era emerso a livello nazionale. E i risultati non dipingono certo una realtà confortante.: 33 gli episodi denunciati dai medici l’anno scorso, e nove hanno dichiarato di aver vissuto più di sei aggressioni e minacce. La maggior parte degli episodi, stando a quanto emerso dai risultati del questionario, si è verificata in ambulatorio, ma ne sono stati segnalati anche alla guardia medica e in reparti ospedalieri. Poco meno della metà delle segnalazioni riguarda atti che sono stati configurati come “mancanza di rispetto” e quasi altrettante parlano di minacce verbali o insulti. Solo quattro sono stati episodi di violenza fisica e tre di violenza sessuale (atti osceni e discriminazione di genere).Sono soprattutto gli uomini (62%) gli autori di violenze, sia pazienti che accompagnatori; in cinque casi sono state più persone ad essere protagonisti degli eventi e i motivi sono per lo più riconducibili all’impossibilità di fornire la prestazione richiesta, alla percezione di carenza nei rapporti con il medico, ai tempi di attesa. Queste, almeno, le cause più frequenti. Tra le soluzioni che potrebbero essere adottate fin da subito, i medici novaresi hanno segnalato alcuni semplici accorgimenti per ridurre i rischi: fornire una illuminazione interna sufficiente, posizionare dispositivi di sicurezza, come i pulsanti antipanico, o, in ultima analisi la compresenza di altro personale. «Il nostro questionario – dice Federico D’Andrea, presidente dell’Ordine dei medici chirurgi e odontoiatri della provincia di Novara – conferma quello che era emerso da varie segnalazioni e cioè che i medici possono essere oggetto di aggressioni e minacce. Proprio i suggerimenti che sono venuti dai colleghi ci offrono lo spunto per poter aprire dei tavoli di consultazione con gli enti preposti, dall’Azienda Ospedaliera all’Asl, per trovare soluzioni che possano ridurre i rischi”.