E’ dal Novarese che arriva il maggior numero di richieste di accesso al Sia (Sostegno all’inclusione attiva) in base alla popolazione delle varie province del Piemonte.
Il Sia è una misura di contrasto alla povertà che prevede l’erogazione di un contributo economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate, in cui almeno un componente sia minorenne o sia presente un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza accertata. Da Novara il numero di richieste di aiuto è, in proporzione, più alto persino rispetto a Torino. Lo ha reso noto l’assessorato alle politiche sociali, retto dal novarese Augusto Ferrari. Un dato allarmante!

“Povertà a Novara: non sta diminuendo”
Nel territorio di Novara, la povertà non diminuisce. Lo dichiara la Caritas che sta lavorando ad una lunga serie di progetti: “Ma il problema non si risolve in questo modo – spiega il responsabile don Giorgio Borroni – La povertà a Novara è dovuta alla mancanza di lavoro. A marzo finiranno anche gli ammortizzatori sociali per gli ex dipendenti della De Agostini e le difficoltà potrebbero anche crescere”.
La situazione è preoccupante: “Lo scorso anno abbiamo erogato aiuti e servizi per 440 mila euro solo in città, ma la morsa non si è allentata”.
Dopo Pasqua, arriverà al mercato coperto il Chiosco della Solidarietà, un punto di raccolta del fresco e di altri cibi che poi verranno trasportati con un furgono dotato di cella frigorifera e distribuiti ai centri di ascolto. Un’iniziativa che, come l’emporio, nasce dalla voglia di dare una mano a chi ne ha più bisogno. Collaborano con Caritas, Lions e Banco Alimentare. “Proseguono anche i tirocini assistiti e devo dire – puntualizza don Giorgio – che le aziende ci stanno davvero dando una mano”.
La sensazione però è che tutto questo non sia sufficiente: “Continuare ad assistere non è la soluzione – conclude don Giorgio – dobbiamo ripartire dal lavoro, per ridare dignità e voglia di vivere a tutta questa gente”.
Una povertà che l’aspetto di un deterioramento anche sociale, come spiega la presidente della Comunità di Sant’Egidio Daniela Sironi: “Abbiamo fatto una comunicazione capillare sul Sia, lo riteniamo una misura di accompagnamento a districarsi tra le tante difficoltà che molte persone purtroppo vivono. A Novara, tante situazioni sbocciate sul fronte della disoccupazione in tempo di crisi hanno galleggiato: ora si avvertono la necessità ma anche l’impossibilità di ricollocarsi in un mondo del lavoro che non offre alcuna stabilità”.
Alla Comunità di Sant’Egidio, si rivolgono “tantissime famiglie a reddito zero. A queste persone va data un’opportunità per un percorso di speranza di avere un futuro”.