Una serie di segnalazioni che richiedono un delicato approfondimento: associazioni e organizzazioni sindacali, più volte, hanno segnalato presunte irregolarità e violazioni, da parte delle aziende private che operano all’interno dell’aeroporto militare di Cameri, sito ove si stanno assembleando gli F35. Violazioni inerenti la normativa in materia di lavoro e l’affidamento dei contratti, nonché l’insufficienza di adeguati controlli ai varchi di ingresso e addirittura la presenza all’interno dello stesso stabilimento di lavoratori in nero.
La senatrice Elena Ferrara, a tal proposito, ha interrogato i Ministeri competenti, dopo un confronto con il Ministro della Difesa della Difesa Roberta Pinotti, la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, Camilla Fabbri, e la senatrice Lucrezia Ricchiuti, membro della Commissione antimafia.
“E’ evidente – spiega la senatrice Ferrara – quanto sia necessario verificare la veridicità delle dichiarazioni di associazioni e sindacati, tenendo alta la garanzia di sicurezza dei lavoratori, nonché la tutela del sito, in particolare rispetto ad un nuovo varco, non di diretta sorveglianza militare, che consente l’accesso alla parte produttiva“.
“Da alcune segnalazioni pervenute agli interroganti – si legge nel documento presentato da Ferrara – si apprende che sarebbe stato aperto un nuovo varco di accesso alla base aerea militare, peraltro non presidiato da personale militare ma da dipendenti di istituti di vigilanza privata che prestano la loro attività per conto delle aziende operanti all’interno dello stabilimento industriale FACO; una simile situazione, qualora dovesse corrispondere al vero, sarebbe fortemente preoccupante ed allarmante per due motivi: il primo, di carattere più generale, legato alla potenziale vulnerabilità di un sito così delicato, che potrebbe anche essere considerato obiettivo di attentati, anche di stampo terroristico; il secondo legato alla permeabilità del sito stesso, appetibile a soggetti legati alla criminalità organizzata, che potrebbero in maniera surrettizia aggiudicarsi subappalti, puntando sulla possibilità di “addomesticare” i controlli di un varco non presidiato da personale militare“.
Risulta anche, dalle segnalazioni ricevute che “gran parte degli appalti relativi ai lavori per la realizzazione del secondo varco sarebbe stata aggiudicata dal gruppo Maltauro, che, a sua volta, l’avrebbe subappaltata alla Cerutti Lorenzo Srl, società del gruppo Eco-Nord; la Maltauro costruzioni risulta coinvolta in inchieste riguardanti appalti truccati, anche per i lavori di realizzazione di Expo 2015“.
Ferrara chiede di verificare la situazione: “Se le informazioni riportate corrispondono al vero, in particolare quelle relative all’apertura di un nuovo varco non sottoposto ad un sistema di sorveglianza militare, in qualche modo, potrebbe essere compromessa la sicurezza complessiva dell’intera area militare“, chiedendo inoltre, “di accertare il rispetto da parte delle ditte appaltanti o subappaltanti della normativa in materia di sicurezza sul lavoro e di documentazione antimafia, a tutela della salute e della sicurezza del personale, civile e militare, che opera all’interno dello stabilimento e degli abitanti che vivono nell’area limitrofa all’aeroporto“. Il tutto per evitare “gravi irregolarità, illegittimità e pericolose infiltrazioni, anche criminali, nella gestione del complesso delle attività dello stabilimento“.