Prevenzione Covid di ritorno. Il Piemonte punta sulla cura con idrossiclorochina
L’Assessore alla Sanità Icardi ha incontrato il presidente dell’AIFA Mantovan, chiedendo più certezze sui protocolli di cura del Covid in fase precoce, con particolare riferimento all’idrossiclorochina.
Se qualcosa ha insegnato sotto il profilo clinico, la drammatica fase di emergenza sanitaria di Marzo e Aprile, questo riguarda certamente l’importanza delle cure dei pazienti ammalatisi di Covid, nella primissima fase di sintomatologia. Da questo partono le sollecitazioni manifestate dall’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, che in qualità di coordinatore nazionale della Commissione Salute, nell’incontrare il presidente dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), Domenico Mantoan, ha voluto riferirgli la necessità delle Regioni di confrontarsi sull’utilizzo “off label” dell’idrossiclorochina nei protocolli di assistenza ai malati di covid in fase precoce.
«Nella riorganizzazione della Sanità territoriale – ha osservato a Roma ieri Icardi incontrando Mantovan – è fondamentale sapere su quali farmaci si può contare, per non trovarci impreparati nel caso dell’eventuale recrudescenza del contagio. L’esperienza maturata in Piemonte ha dimostrato una certa efficacia dell’idrossiclorochina, soprattutto nella cura dei pazienti a domicilio, durante i primi giorni del manifestarsi della malattia. Sono grato al presidente Mantoan che ha preso atto della situazione facendosi carico di approfondire le soluzioni che abbiamo prospettato in sede di Commissione Salute, a cominciare dall’attivazione di un “registro 648” per consentire l’erogazione di questo farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale per la somministrazione domiciliare. Se esistono alternative, bisogna metterle in campo, non possiamo permetterci di farci trovare disarmati sul territorio o di lasciare tutta la responsabilità delle cure sulle spalle dei singoli medici».
L’idrossiclorochina è un farmaco antimalarico ed antireumatico, utilizzato in forma sperimentale proprio nei casi di Covid-19 in fase iniziale. Tra i marchi commerciali il più noto è Plaquenil, nome con cui il farmaco viene commercializzato da Sanofi. Trattamento sul quale ci sono state diverse riserve e non solo per i possibili effetti collaterali conosciuti (vomito, mal di testa, alterazioni della vista e debolezza muscolare, reazioni allergiche) ma per l’utilizzo e la narrazione in termini quasi miracolistici. Considerazioni che hanno finito per condizionare il dibattito politico, con l’Idrossiclorochina che è stata ribattezzata il farmaco di Trump, divenendo suo malgrado la bandiera della destra “negazionista” che nel mondo, almeno nella prima fase della Pandemia, ha tendenzialmente minimizzato la gravità del virus, incontrando però un certo scetticismo nella gran parte della comunità scientifica, anche nell’uso un po’ disinvolto della stessa Idrossiclorochina.