La segnalazione è arrivata in Comune da diverse settimane. Dapprima Domenico Gaudino ha chiesto la sistemazione di quella bandiera che sventola, in una condizione che grida vendetta, dal Castello di Novara. Ora Bruno Guasco prende posizione con una lettera inviata “alle “competenti” Autorità della Città di Novara, prive di sentimento nazionale e di spirito patriottico”.
“Oggi, 24 maggio 2015, nella ricorrenza dell’ingresso dell’Italia nella prima Guerra Mondiale, il Paese –su invito del Governo- si è fermato, alle ore 15, per un minuto di raccoglimento a memoria del sacrificio di 650mila caduti militari e circa 600mila vittime civili. Una corale commemorazione del Paese, stretto nel più alto simbolo dell’unità nazionale: il Tricolore.
A Novara un’indecente espressione di aridità d’animo e di cecità fisica delle Autorità cittadine.
Sul pennone del Castello Visconteo Sforzesco, nella Piazza Martiri della Libertà –Martiri che presumibilmente si saranno ripetutamente rivoltati nella tomba- non un vessillo a garrire al vento della Memoria commossa e riconoscente, non un Tricolore segno di identità, solidarietà e coscienza nazionale, ma uno straccio a tre colori malamente sfilacciato, brutalmente squartato, abbandonato all’indifferenza e all’incuria di un senso civico palesemente inesistente.
E non è un avvenimento di “distruzione improvvisa”. E’ di settimane, se non di mesi, il lento decadere del simbolo nazionale…..
Mi sono illuso nel pensare che anche una sola delle “competenti Autorità cittadine” potesse avere un orizzonte visivo anche poco oltre la punta del proprio naso.
Illusione e delusione.
Ritengo si tratti di un evidente reato di “vilipendio ad un emblema dello Stato”, poiché l’incuria è un atteggiamento colpevole, un atteggiamento –in questo caso, poi- particolarmente ingiurioso perché mantenuto in occasione di una pubblica ricorrenza ufficiale. E’ desolante che sia proprio l’Amministrazione Comunale -prima, ma non unica responsabile moralmente- a dare questo scellerato esempio di sfregio alla Memoria nazionale. A porre rimedio a tanta vergogna istituzionale provvederò a mie spese ad acquistare un nuovo Tricolore da offrire al “Gruppo Storico 23 marzo 1849” perché –con la dovuta solennità- si faccia presto parte attiva del rito dell’ammaina “Bandiera ridotta a straccio” e dell’alza “Bandiera eterno e sacro simbolo dell’identità nazionale”.
Un compito di grande significato civile che assegno al “Gruppo Storico 23 marzo 1849” perché mi appare, oggi, l’unica entità cittadina che sappia esprimere quella autorità morale e quel senso civico e storico che si confà con l’attuale momento di Memoria nazionale. Tutto il resto rimane amarezza, delusione e desolazione“.