Tutti d’accordo sulla necessità di far camminare la Fondazione Coccia con le proprie gambe, senza che dalle casse del Comune escano migliaia di euro all’anno, ma alla fine i conti devono tornare. Proprio su quest’ultimo elemento non trascurabile esprime dei dubbi il consigliere comunale Daniele Andretta che, con il gruppo del PdL, chiede chiarimenti, specialmente sugli introiti che dovrebbero arrivare dagli affitti delle due “punte di diamante” del patrimonio immobiliare conferito alla Fondazione, ossia il bar Coccia e la Caffetteria del Broletto.
“Nel mese di giugno 2014 la Giunta ha annunciato un risparmio di spesa tra quanto versato alla Fondazione Teatro Coccia nel 2013, € 470.000, e quanto stanziato a titolo di contributo per l’anno 2014, di € 157.000 – si legge nell’interrogazione – il risultato sarebbe stato raggiunto in particolare come diretta conseguenza della concessione del diritto di usufrutto trentennale della sede storica teatrale e degli altri negozi ed unità a corollario di proprietà comunale. Tale conferimento doveva servire non soltanto a patrimonializzare la Fondazione ma anche ad apportare ulteriori risorse di denaro “fresche” conseguentemente sottratte dal bilancio del Comune; con il conferimento degli immobili di proprietà comunale alla Fondazione Coccia i “gioielli” di maggior pregio e redditività, in particolare dovevano essere il canone d’affitto che la Fondazione avrebbe incassato dall’immobile a destinazione Bar, e dalla Caffetteria del Broletto. Soltanto questi due immobili avrebbero dovuto fruttare alle casse della Fondazione Coccia circa € 200.000 ogni anno, a titolo di affitti attivi”.
Il 26 novembre 2014, “la Giunta Comunale, con propria delibera, ha stanziato a favore della Fondazione Teatro Coccia, 297 mila euro”, mentre la convenzione tra Comune e Fondazione stabilisce l’erogazione di un contributo ordinario di 157 mila euro.
Andretta chiede dunque quali siano le condizioni economiche, le procedure e le date di apertura del Bar Coccia e della Caffetteria Broletto, ma soprattutto a quanto ammonta, ad oggi, l’introito degli affitti dei locali.
“Il consiglio comunale era stato chiamato a decidere sul conferimento trentennale dell’immobile del Coccia sulla scorta di una migliore efficienza economica e di un risparmio per i contribuenti – spiega il consigliere Daniele Andretta – cose che ad oggi sembrano ancora ben lontane dal traguardo. Soprattutto, occorre capire ed approfondire quali siano le volontà d’azione in questo ambito. Ancora una volta, su una questione che riguarda tutti i cittadini, emergono scarsa trasparenza e scarsa comunicazione da parte della giunta alle commissioni competenti e ai consiglieri comunali. Da qui la nostra interrogazione: sarebbe interessante sapere quando riaprirà il bar Coccia, ad esempio, e quale cifra sia stata riscossa dal canone d’affitto nel frattempo, sempre che qualcosa sia stato riscosso“.
Il bar Coccia è chiuso ormai da tempo, la caffetteria del Broletto aprirà solo ad aprile, dopo il bando la cui gestione è stata affidata alla Fondazione Circolo dei Lettori di Torino. Per il bar Coccia, in passato, il canone di affitto era stato fissato a più di 7000 euro, 5500 per la caffetteria del Broletto. Quasi mezzo milione di euro di ipotetici incassi in tre anni… Il bar del teatro è stato dato in gestione allo chef Cannavacciuolo ad un canone dimezzato rispetto alla prima stima: grandi proclami, ma ancora pochi risultati, o meglio risultati “sconosciuti” su cui la minoranza vuole vederci chiaro, a tutela dei cittadini novaresi.