Egregio Direttore, nelle ultime settimane sono emersi due fatti importanti, che richiedono chiarezza a proposito del progetto del polo logistico di Agognate. Il primo fatto è la bolla di sapone dell’ installazione ad Agognate di una nota multinazionale della distribuzione. A smentire questa ipotesi, diversi giornali, di solito ben informati, annunciano che la multinazionale in questione sta valutando due alternative per un suo nuovo impianto nel Nord Italia o nel Sud della Francia, per la precisione a Torino oppure a Nizza. L’ opzione Agognate è oggi del tutto scomparsa dal ventaglio delle possibilità, ammesso che un anno fa questa ipotesi avesse avuto una qualche consistenza. Secondo fatto: le devastanti esondazioni del torrente Agogna di questi ultimi giorni, ampiamente prevedibili su base storica, sconsigliano nel modo più assoluto di progettare un polo logistico in quest’area così rischiosa di Agognate. En passant un discorso analogo si presenta per l’ ampliamento del CIM a Pernate a causa delle esondazioni del Terdoppio. Ebbene, pensare di costruire capannoni per scopi ignoti, in un’ area decisamente pericolosa com’ è Agognate, sottraendo un milione di metri quadrati alla produzione agricola ed aumentando così i rischi di dissesto idrogeologico, per di più in presenza sul luogo di numerosi capannoni vuoti da anni, a noi sembra decisamente un’ operazione insensata e contraria agli interessi dei cittadini di Novara e dei Comuni limitrofi. Saremmo lieti, se qualcuno ci convincesse del contrario.
Fabio Tomei
p.CARP Novara Onlus