Chi si aspettava una qualche sorpresa sotto l’albero della politica novarese sarà certamente rimasto deluso perché Babbo Natale è davvero stato parco di novità stavolta, limitandosi a qualche “pensierino” di circostanza, assolutamente in linea con lo stato catatonico in cui versa la città.
Per dire: nemmeno un sacco di carbone a marcare la differenza fra “buoni” e “cattivi”… In compenso tanta, tanta, tanta nebbia!
Quindi, provando a ragionare in termini di elezioni amministrative, riprendiamo da dove eravamo rimasti.
L’uscente Andrea Ballarè è ricandidato per il Pd al secondo giro di questa sua esperienza a palazzo Cabrino, senza più l’apporto di Sel e di varia “sinistra” in ordine sparso, delusa dalla prestazione non proprio brillante del “renzista” gaudenziano; i 5 Stelle si presentano con la quasi outsider Cristina Macarro in pole, che si era già candidata alle regionali; Forza Italia post congresso provinciale resta inchiodata sul nome di Anna Maria Mellone e nel frattempo ha perso il gruppo in consiglio comunale, che resta solo sulla carta, fin tanto che l’uscente Pedrazzoli non deciderà di staccare la spina.
La Lega in fase pre-congresso nazionale (fissato per il mese di febbraio) è sempre alle prese con le i distinguo ed i mal di pancia interni, ma formalmente unita sul nome di Alessandro Canelli. Fra le novità del mese si registrano la candidatura di Romano Piantanida per “Pensionati, Invalidi, Giovani Insieme” e di Umberto Piscitelli che ha fondato la lista di quartiere “Giovani idee” in appoggio al movimento universitario “Giovani è futuro”.
A questi si aggiungono in ordine sparso le altre formazioni civiche variamente rappresentate e rappresentative, da “Civitas” di Giancarlo Paracchini a “Noi per Novara” di Ivan De Grandis (che ultimamente sembrano aver perso lo smalto degli inizi); mentre “Io Novara” di Daniele Andretta ha lanciato l’iniziativa delle primarie con una raccolta firme, ottenendo un consenso forse inaspettato.
Fin qui eravamo arrivati.
Fra le voci natalizie (non proprio uno scoop!) quella di un impegno diretto di Ignazio La Russa (lui!) per candidare a Novara Gaetano Nastri – in quota Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega – parlamentare ormai di lungo corso. Il quale da sempre nega e si schermisce, ma che probabilmente non disdegnerebbe di chiudere – si fa per dire – la carriera politica con la fascia tricolore al collo. Una candidatura “istituzionale”, insomma, che avrebbe il vantaggio anche di sistemare qualche bega interna fra i Fratelli d’Italia in chiave gaudenziana, ovvero a quanto sembra la possibilità di fiondare in parlamento Gianni Mancuso, al momento parcheggiato alle spalle di Nastri. Un progetto dal respiro politico talmente lieve da risultare probabilmente incredibile agli stessi protagonisti, tanto più che parrebbe assai imbarazzante, per l’unico partito di centrodestra che ha sperimentato le primarie, catapultare sotto la cupola una scelta “romana”, che avrebbe il solo effetto di sconquassare definitivamente il fronte anti Ballarè per eccesso di tatticismo.
Senza dimenticare che anche i più recenti sondaggi vedono i partiti dell’ex centrodestra storico con percentuali sotto i tacchi (oggi Repubblica stima Forza Italia sotto il “muro” del 10 per cento), quindi l’opzione “istituzionale” sembra destinata a naufragare, a meno che questi ultimi non abbiano già deciso di perdere a tavolino.
Un sospetto che in effetti comincia a farsi pericolosamente strada, complice l’immobilismo natalizio ed una certa propensione – già sperimentata in passato – dei soggetti coinvolti a “farsi del male” da soli!
Il che, fin qui, ha dato all’uscente Ballarè un buon vantaggio, forte quest’ultimo anche dell’appeal della carica, con tanto di campagna elettorale, con giardino zoologico annesso, pagata con i soldi pubblici (sponsor o no sempre da lì vengono fuori le risorse).
Un vantaggio che rischia di compensare il tasso di impopolarità del nostro, condito dalle innumerevoli “gaffe” istituzionali di queste settimane: dal Broletto che diventa “cuore della città” perché finalmente ha una caffetteria; alla festa di capodanno degli anziani al Borsa, saltata per carenza di risorse ed incomprensioni con gli organizzatori; alla “Novara che ha ritrovato il sorriso” (Ballarè pensiero), forse perché quando vede il centinaio di senza tetto denunciati dalla Comunità di Sant’Egidio e da altre associazioni di volontariato, poco prima delle feste, gira lo sguardo dall’altra parte.
Se questo è lo stato dell’arte c’è davvero poco da rallegrarsi in una Novara che, al contrario, avrebbe bisogno di una svolta coraggiosa e di una progettualità politica ed amministrativa di ben altro spessore e contenuti. Una città, insomma, in cerca d’autore!
Ma da questo punto di vista, rifacendoci ai vecchi schemi della storia che fu, se la sinistra tace, la destra acconsente (cinquestelle compresi, che sotto la cupola non hanno certo brillato per la qualità e la forza dell’opposizione in questi anni).
Resta il “mondo di mezzo”, ovvero quello di chi non si riconosce più nei riti del sistema consolidato e dei partiti, che a questo punto è chiamato prepotentemente in causa e per emergere dovrà battere ben più di un colpo, magari non limitandosi a giocare nel ruolo di comprimario come è parso fin qui fare.
Piuttosto convincersi a scendere in campo con maggior forza e vigore, prendendo spunto dalle analoghe esperienze già sperimentate con successo altrove. Il civismo, insomma, come alternativa vera e credibile per rispondere ai bisogni crescenti di una città in declino. Perché, banalmente, per aggiustare un marciapiede rotto non servono risposte di “destra” o “sinistra”, ma semplicemente la capacità di ripararlo!
Avrà questo “mondo di mezzo” la possibilità e l’opportunità di cimentarsi nell’impresa? Staremo a vedere…