Avete mai riflettuto su quanto la tecnologia sia riuscita ad entrare nelle nostre vite, trasformandole letteralmente e totalmente. Spesso in meglio: pensate a quanto si è snellito il nostro lavoro e quanto più facili sono le comunicazioni. Spesso in peggio: quante volte, infatti, ci troviamo a scrivere messaggi su Whatsapp o su Facebook anziché incontrare i nostri amici al bar o in centro e scambiarci quattro chiacchiere? Succede proprio così, ammettiamolo. In rete, si trovano trattati, video, spot e tanto altro ancora che fanno riflettere sul tema, ma noi, oggi, vi vogliamo parlare del nostro territorio. E per questo vi presentiamo “Untouched“, il cortometraggio firmato dal regista novarese Marco Paracchini.
Marco è nel settore da anni: passione, grande professionalità ed entusiasmo hanno caratterizzato tutti i suoi lavori. Ancora una volta, per il suo corto, sceglie la sua città, Novara, la città che ama e dove sviluppa una storia fatta di solitudine, nostalgia, tecnologia, vita virtuale che, come dicevamo, troppo spesso si sostituisce alla vita reale. I due protagonisti di Untouched sono novaresi: Pietro Giunti, 30 anni, vive a Cameri, Barbara Manca, 22 anni, è di Novara. Sono due ragazzi impegnati nelle solite attività quotidiane: sveglia al mattino, colazione e poi via al lavoro, per tornare la sera, sempre attaccati allo smartphone, chattando tra loro. Peccato che si tratti di un’amicizia così virtuale che lo spettatore, alla fine, scopre che i due sono dirimpettai. Ma non si riconoscono: perché la loro amicizia, il loro legame, si sviluppa solo attraverso una connessione in rete.
Per noi Novaresi, il cortometraggio di Marco Paracchini, che si è candidato anche per il Festival di Cannes, significa vivere la città da una prospettiva diversa da quella a cui siamo abituati: riprese dall’alto, lunghi viali, palazzi molto alti e poi i luoghi riconoscibili di Novara, quei luoghi che i protagonisti, un po’ come tutti noi del resto, si ritrovano ad attraversare, magari solo di passaggio, ma che caratterizzano con forza la città, fino allo spuntare della Cupola che ci fa sentire tutti quanti un po’ più a casa. A Marco vanno i nostri complimenti poichè ha saputo sintetizzare un concetto importante come quello delle conseguenze che l’abuso di tecnologia può avere sulle persone integrandolo in un contesto che tutti sentiamo nostro: perché è la nostra città, Novara, ad ospitare Untouched.