A San Germano Vercellese. in arresto sindaca ed ex assessore per gestione indebita di aiuti e mascherine
Questa mattina a San Germano Vercellese i Carabinieri di Vercelli, hanno dato esecuzione a 5 misure cautelari. Michela Rosetta e Giorgio Carando ai domiciliari per aver favorito o negato gli aiuti per l’emergenza covid a cittadini bisognosi. Alla sindaca leghista contestata anche l’aggravante della finalità di discriminazione ed odio razziale.
Una vera bomba giudiziaria ha scosso questa mattina il comune di San Germano Vercellese, dove i Carabinieri della Compagnia di Vercelli, hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari personali emesse dal G.I.P. del Tribunale di Vercelli. A finire nei guai un pezzo dell’amministrazione guidata dalla sindaca leghista Michela Rosetta, agli arresti domiciliari inseme al Consigliere Comunale Giorgio Carando, che all’epoca dei fatti contestati era assessore.
Nella stessa operazione è stata applicata la misura dell’obbligo di presentazione alla P.G. a Maurizio Bosco, Consigliere comunale, già vice Sindaco presso il medesimo comune, nonché a G.S., 62enne, ex dipendente comunale, e ad una quinta persona, D.M., 49enne, tutti e due residenti in quel centro. Nell’ambito dello stesso procedimento sono stati sottoposti ad indagini altri sette privati cittadini tra i quali due impresari edili.
Le accuse a vario titolo mosse a carico degli indagati riguardano più ipotesi di peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale.
Dalle indagini, partite dalla denuncia di un’impiegata comunale, coordinate dalla Procura di Vercelli ed effettuate dalla Sezione Operativa del N.O.R. del Comando Compagnia Carabinieri di Vercelli; è emerso che che la sindaca Rosetta l’allora assessore Carando, abbiano violato le norme relative all’assegnazione degli aiuti arrivati a San Germano Vercellese durante la prima emergenza covid, determinando criteri del tutto arbitrari, favorendo o addirittura negando a loro piacimento, le derrate alimentari acquistate con i fondi statali.
Dall’articolata attività di indagine, con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate sin dallo scorso febbraio fino al novembre 2020, la sindaca in prima persona, insieme all’allora assessore, avrebbero individuato consegnato gli aiuti “in maniera non omogenea, per tipologia e quantitativi – scrivono i Carabinieri di Vercelli in una nota diffusa alla stampa – oppure nei confronti di beneficiari carenti dei relativi requisiti, al punto da consegnare gli aiuti anche a nuclei familiari con redditi oltre i 7.000 euro mensili. Al contempo sono stati estromessi dagli aiuti anziani non autosufficienti con redditi modestissimi e stranieri in situazione di evidente difficoltà, con figli minori e disabili.
Sono gli stessi pubblici ufficiali arrestati che, nel corso di una intercettazione, commentano il proprio operato ammettendo di fare ‘figli e figliastri’ e di consegnare, ai soggetti a loro meno graditi, il ‘pacco da sfigati’, ovvero di minor valore per tipologia e quantità dei beni contenuti”.
Secondo i miliari: “Particolarmente significativa la vicenda di una cittadina extracomunitaria in gravi difficoltà economiche, alla cui richiesta di evitare l’invio di alimenti che lei ed i suoi figli non avrebbero consumato per motivi religiosi, ha fatto seguito, su disposizione del Sindaco, la mancata erogazione di ulteriori aiuti e la distruzione dagli atti del protocollo della richiesta recapitata in Comune dalla donna. Anche in ragione delle intercettazioni ambientali all’interno dei locali comunali nel corso delle quali il Sindaco esterna animosamente il proprio disappunto per le richieste della donna, si contesta a carico del primo cittadino l’aggravante della finalità di discriminazione ed odio razziale. Accanto alla distribuzione fortemente iniqua delle derrate alimentari, in violazione dei principi di imparzialità, pubblicità e trasparenza della Pubblica Amministrazione, è stato accertato ed è contestato l’acquisto, da parte del Comune con fondi pubblici, di generi alimentari non essenziali, come nel caso di taluni prodotti surgelati, quali mazzancolle tropicali e capesante”.
Per il solo Consigliere Comunale Giorgio Carando sono stati accertati numerosi altri episodi, monitorati dai militari dell’Arma sia attraverso le intercettazioni tra presenti, sia mediante monitoraggio satellitare della sua autovettura, in cui questi, avvalendosi delle proprie funzioni, ha avuto accesso al magazzino ove erano custodite le derrate, asportando una parte consistente di prodotti di cui si è impossessato a vantaggio proprio o dei propri familiari.
Oltre a tali vicende sono emerse dalle indagini ulteriori irregolarità sull’approvvigionamento di 2.000 mascherine protettive, acquistate dal Comune presso una ditta campana che risulta legata, per motivi professionali, allo stesso Carando, nonostante l’esistenza di un altro più economico preventivo fornito da diversa azienda operante nello specifico settore.
Le investigazioni hanno riguardato anche le note vicende connesse all’abbattimento della ex Chiesa del Loreto di San Germano Vercellese, sottoposta a vincolo da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali, demolita il giorno 3 febbraio 2020 su disposizione del primo cittadino, alla presenza degli allora vice Sindaco, Maurizio Bosco, ed Assessore Comunale, Giorgio Carando, in quella che venne all’epoca indicata come una scelta necessaria, adottata nell’emergenza scaturita dal crollo di una porzione della facciata principale dello stabile, avvenuto nel corso della messa in sicurezza da parte della ditta incaricata dallo stesso Comune. Dall’esito degli accertamenti espletati risulta invece che tale iniziale crollo è stato appositamente procurato, in accordo con la ditta incaricata, proprio allo scopo di giustificare la conseguente immediata demolizione dello stabile, così da arrecare un grave danno alla Soprintendenza.
Fonte Comando Carabinieri Vercelli