
Maggioranza a pezzi in consiglio comunale
La fuoriuscita dal gruppo consiliare del Pd di Biagio Diana e Roberto D’Intino, scaturita a seguito dell’incredibile vicenda della sentenza della Corte dei Conti nascosta dalla giunta al consiglio comunale e che contiene pesanti rilievi sul bilancio della municipalità (oltre che l’invio della medesima alla Procura generale per un sospetto danno erariale) è molto di più di un semplice caso di brutta politica amministrativa.
E la presa di posizione dei due consiglieri dissidenti (cui si aggiunge quella di un altro consigliere, Pisano, che pur non uscendo dal gruppo si è dichiarato su posizioni critiche) è molto di più di un elemento numerico, circoscritto nelle felpate stanze di palazzo Cabrino, in grado di determinare la tenuta o meno di una maggioranza che di recente aveva mostrato le prime crepe, lanciando segnali che evidentemente non sono stati tenuti nella dovuta considerazione da chi di dovere.
Il fatto è che questo episodio ha disvelato un malessere latente che affligge anche il Pd Novarese, quello a guida Besozzi-Ballarè (il primo segretario provinciale già dimissionario per eccesso da incarichi, il secondo esponente di spicco della “corazzata” renzista) tanto che è di queste ore la notizia che pure un pezzo da novanta della sinistra gaudenziana, Sergio Vedovato, già parlamentare e Presidente della provincia, lo scorso gennaio non ha rinnovato la tessera (ma evidentemente lo ha reso noto solo ora) in aperto dissenso con la conduzione del partito ad ogni livello. Mentre un altro nume tutelare, ovvero Paolo Cattaneo, ha reso di dominio pubblico le sue perplessità.
A leggere in controluce le dichiarazioni dei “dissidenti” lo schema delle accuse è quello ormai noto anche in casa piddina: arroganza, personalismi, superficialità nella conduzione politica ed amministrativa, con in più l’aggravante dell’informale costituzione di una sorta di “cerchietto magico” di bossiana memoria che fa e disfa con la benedizione del “capo” ed in assoluta autoreferenzialità…
In casa Pd, all’ombra della cupola, cose magari già viste, ma mai esternate con tanta virulenza.
Segno che la misura è colma.
Evidentemente il Pd sta cambiando pelle, pure nella dormiente Novara, anche se ciò probabilmente rappresenta una ben magra consolazione per i protagonisti diretti di questa “mutazione”, da ogni parte schierati.
Da un lato il Sindaco che vede la sua “corazzata” farsi mano a mano meno potente e coesa, con il rischio di vedersi preclusa la possibilità di imporre alcunché a livello amministrativo… In primis quelle aree industriali tanto… Agognate… sulle quali questa amministrazione sembra aver scommesso ben oltre il ragionevolmente consentito e che sembrano diventate ormai per Ballarè “questione di vita o di morte” (viene da chiedersi perché, visto che mai i proponenti l’iniziativa imprenditoriale hanno fornito garanzie certe circa opportunità d’insediamento e prospettive occupazionali!). Peraltro un’iniziativa urbanistica, ad altissimo tasso di consumo di suolo – anche nell’annunciata versione “ridotta”- nemmeno contenuta nel programma elettorale del primo cittadino che non ha mai spiegato le ragioni del suo rilevantissimo cambio di posizione (evidentemente incomprensibile a parte della sua stessa maggioranza, ovvero quell’Alfredo Reali di Sel che ha già annunciato la sua posizione contraria).
Dall’altro i “dissidenti” la cui iniziativa, se non convogliata in una piattaforma programmatica alternativa alla conduzione autoreferenziale del primo cittadino, rischia di trasformarsi nell’ennesimo episodio di malpancismo, ancora più sospetto visto l’imminente rinnovo della segreteria provinciale.
In tutto questo bailamme di posizioni e situazioni potenzialmente esplosive l’episodio più divertente registrato nella settimana è stato il tentativo di Ballarè, con tanto di dichiarazioni pubbliche e newsletter del Comune, di spacciare come successo l’88° posto conquistato nella classifica Governance Poll sul gradimento dei sindaci redatta dal Sole 24 ore… Per sostenere la tesi si è arrivati a comparare il risultato del sondaggio con il dato elettorale “del primo turno” del 2011 (perché se si fosse utilizzato quello elettorale finale si sarebbe dovuta registrare una perdita secca!).
“Ma non facciamo trionfalismi…” ha dichiarato Ballarè…
Ecco, non li facciamo…